Il pensiero di Dionigi sulla Nazionale e sul Napoli di Calzona

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A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Davide Dionigi, allenatore ed ex calciatore del Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista.
La partita dell’Italia può dirsi divisa tra un primo tempo altalenante ed una ripresa incoraggiante. Che Italia ha visto?
“Penso che, come discorso principale, va detto che per Spalletti sono partite sperimentali. Sta sperimentando tanto, anche nelle convocazioni, per capire quale sia l’abito migliore per gli Europei. Ci sta, nel momento in cui fai tante prove possono venire fuori prestazioni anche alternanti. È giusto sperimentare per farsi trovare pronti a giugno”
Come si gestisce una pausa per le nazionali quando il proprio allenatore non è presente, come nel caso del Napoli?
“E’ una situazione molto particolare, rara. Ormai è una bugia quelle secondo cui le soste possono servire agli allenatori. Sono situazioni in cui si può staccare. Quando non hai i nazionali, fai fatica a lavorare al meglio con la squadra. Al massimo si può lavorare con chi non sta bene. Ciò detto, nonostante ci si possa affidare ad uno staff di fiducia, è la presenza dell’allenatore a garantire il massimo impegno di un collettivo”
Calzona tornerà venerdì prossimo, ma sabato, alle 12:30, ci sarà la sfida con l’Atalanta. Dato che non si poteva giocare lunedì, visti gli impegni europei dei bergamaschi, poteva dirsi fondata la richiesta del presidente di giocare il sabato sera?
“Il punto di vista di De Laurentiis lo capisco, ma sapevi a cosa andavi incontro affidandoti ad un allenatore impegnato con una nazionale. Fa parte del gioco delle parti. Tuttavia, molto dipende da quando ti capita la sosta, se è un momento positivo o negativo. Per una squadra in salute, può essere l’occasione di staccare la spina. Per una squadra in difficoltà, invece, può essere positivo”
Il Retegui vero è quello del Genoa o quella prolifico della Nazionale?
“Va capita anche la caratura dell’avversario… La bravura di Spalletti, a mio avviso, è quella di ritagliargli il ruolo e la posizione giusta. E’ un giocatore che ha colpi, ma il lavoro dell’allenatore sarà quello di trovare gli interpreti giusti per io suo modo di giocare”
Per il Napoli, per il post Osimhen, si parla di tanti interpreti: David, Gimenez e Zirkzee. Chi è, per lei, l’attaccante ideale per gli azzurri?
“Andre su Gimenez. È il giocatore che racchiude quelle caratteristiche ideali al nostro calcio. È molto forte, ha una fisicità importante. Prenderei lui, poi, naturalmente, dipenderà sempre dal mercato e dalle sue possibilità”
Vincenzo Italiano è un profilo da Napoli?
“Mi piace molto, un allenatore che, tra i ‘nuovi’, potrebbe essere tra i migliori. A Napoli, se non dovesse essere confermato Calzona, potrebbe determinare la nascita di un nuovo progetto. Gli azzurri hanno bisogno di cambiare. Dopo uno scudetto non ci si aspettava questo trend, e con Italiano potrebbe essere l’inizio di un nuovo corso”
C’è un calciatore azzurro, su tutti, che l’ha delusa maggiormente?
“Non mi piace fare nomi, credo ci sia stata una mancanza generale in tutti i reparti. Lo scorso anno si era andati oltre, si erano spese tante energie, mentali e fisiche. C’è stato un rilassamento generale”
AL Napoli è mancato anche il vero Victor Osimhen?
“C’è stata qualche vicissitudine, qualche screzio. Da fuori è difficile giudicare, ma è chiaro che Osimhen è un calciatore chiave e, quando viene a mancare, tutta la squadra ne risente. Mazzarri non l’ha mai avuto ma, al suo rientro, ha dimostrato di essere un trascinatore”

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