L’identikit di Sudacov: un predestinato, il poeta con la numero 10 che ha dribblato le bombe a Kiev
Visione, assist, gol La sua prima rete in Champions contro il Barcellona
Croce per gli altri, delizia per gli occhi, un artista del pallone al quale si rivolge con garbo. Georgiy Sudakov, maglia numero 10, è un poeta del calcio, un trequartista moderno, elegante, un destro che usa il sinistro come fosse l’altro piede naturale, un riferimento per i compagni, un fornitore d’assist, un discreto realizzatore. Modric è il suo idolo, ma apprezza anche Foden e Barella. Ha tante qualità, appena 21 anni, una carriera davanti per imporsi ed emergere, una matta voglia d’incidere e divertirsi per diventare uno dei migliori del suo ruolo. Bruciando le tappe, con la maglia dello Shakhtar Donetsk, ha confermato di poter appartenere presto ai più grandi.
GIOIELLO. L’Ucraina del pallone mette in vetrina Sudakov, ne va fiera e ancora lo ringrazia per la doppietta ai quarti degli ultimi Europei Under 21 contro la Francia. Tre gol in totale nel torneo, l’altro contro la Spagna. Allo Shakhtar ha incrociato per pochi mesi De Zerbi che si è accorto subito di trovarsi accanto ad un predestinato. Così lo considerano da tempo in patria, ma oggi Sudakov è seguito ovunque, le sue giocate e i suoi numeri appartengono all’agenda di molti. Classe 2002, ventidue anni il 1° settembre, 177 centimetri di regia e visione, Sudakov è cresciuto nelle giovanili del Metalist, si è trasferito nel 2017 allo Shakhtar, ha attraversato il settore giovanile del suo attuale club fino a debuttare a diciotto anni contro il Real Madrid in Champions League. Il palcoscenico a cui sa di appartenere: quest’anno primo gol ai gironi contro il Barcellona. In totale, in stagione, ha disputato 24 partite con 5 reti complessive. In nazionale ha già raccolto 12 presenze con un gol.
GUERRA. Giovanissimo, una carriera appena cominciata, eppure una vita intensa, esperienze che ti segnano. Sudakov ha vissuto sulla pelle il terrore della guerra, costretto a ripararsi in un bunker di Kiev fresco sposo e con la moglie Liza incinta, un dramma recente che ha dribblato affidando al campo la sua esigenza di sognare. Milana, sua figlia, ha quasi due anni. Un giorno il papà gli racconterà dei giorni vissuti al riparo dalle bombe prima della sua nascita. Momenti che lo hanno fortificato come uomo. La pace resta il suo grande desiderio, ne parla sempre, ad ogni intervista, mentre si racconta, perché il calciatore viene sempre dopo la persona.
PROFILO. Sudakov ha tanti idoli che ne descrivono le qualità e in parte lo raccontano. Adora Modric, si ispira a Foden, apprezza Barella per grinta e agonismo. Si avvicina ai primi due per caratteristiche. Quello di trequartista è il suo ruolo naturale, ma il gioiellino ucraino è un giocatore che sa adattarsi, può fare anche la mezzala oppure il centrocampista centrale, certo con spiccate doti offensive, dando del tu al pallone, girovagando per il campo in cerca di idee e bellezza. Sudakov ha lo sguardo sempre rivolto verso la porta avversaria, è un giocatore verticale, affonda tra le difese, alterna dribbling e filtranti, ha tantissima qualità e un’agenda di sogni sempre con sé. Per il futuro non si pone limiti.
Fonte: CdS