Il riepilogo “facile facile” dei voti del Corriere dello sport: tre soli sufficienti
Calzona 5,5 – Xavi piazza la variabile Fermin tra le linee, come all’andata aveva fatto con Gündogan, e il Napoli soffre le pene dell’inferno nella prima parte. La squadra, però, non si sgretola, riprende le misure e sul 2-0 trova la forza di reagire sfruttando l’asse destro: segna e comincia a prendere campo e fasce, ma spreca troppo. E contro il Barça e i suoi campioni, beh, paghi pegno. I suoi uomini copertina, invece, questa volta non l’hanno aiutato.
Meret 6,5 – Nei primi 17 minuti vive un horror: tiri, pali, 2 gol. Assediato. Bravo due volte su Raphinha, decisivo su Lewandowski e Gündogan. Impiccato sul tris di Lewa.
Di Lorenzo 5 In ritardo su Cancelo nel gioco del vantaggio del Barcellona, nel frullatore sul bis. Soffre Raphinha e le incursioni del portoghese, ma al primo alito di vento ricama nel 2-1 e sfiora il pari di testa.
Rrahmani 5,5 Disorientato da Lewandowski sul flipper dell’1-0. Ma è lui a riaprirla con un’azione fotocopia del gol con il Sassuolo: imposta e chiude di sinistro, lui che è destro. Lewa lo incendia sul più bello al primo pallone. Nel momento della speranza.
Juan Jesus 5 Frastornato a centro area in occasione del micidiale uno-due del Barça (sul primo gol è in ritardo). Poi viene un po’ fuori contro Lewa e Yamal, ma la sentenza è dietro l’angolo.
Mario Rui 5 – I primi 45 minuti con Yamal, 16 anni dinamite, sono a rischio esplosione: apnea perenne. Meglio in fase offensiva.
Olivera (19’ st)5 – Debutto contro Lamine: fallo, giallo, tilt. Incisivo in attacco: cross perfetto per il pari sprecato da Lindstrom e traversa nel finale.
Anguissa 5,5 – Aiuto regista con ciak leggerini, per le prime scene vorticose di serata, ma con i minuti aumenta giri e inserimenti. Nel momento cruciale perde misure e riferimenti. Anche sul 3-1.
Lobotka 6 – Il suo primo schermo è Fermin, pressatore feroce, ma a fregarlo sul contropiede del 2-0 è Yamal. Un episodio: è ovunque, ritmi altissimi. Sradica palloni e imposta, sfida il giovane Lopez e Gündogan, spende falli con furbizia. Ma Sergi Roberto, nell’azione della parola fine, sorprende anche lui.
Traore 5,5 – Ha Christensen addosso, che lo prende alto e lo condiziona, e la variabile Fermin da controllare. Ci mette sostanza e molta corsa, anche dopo l’ammonizione, ma servirebbe un po’ di qualità.
Raspadori (33’ st) sv – Dentro per dare una scossa che non arriva, nonostante la volontà.
Politano6,5
È in controtempo su Raphinha, uomo assist per Fermin-gol, ma dà tanto in fase difensiva. Poi, tra l’altro, si riscatta: è lui a bruciare Cancelo in verticale e a ispirare il 2-1 di Rrahmani. Primo produttore di pericoli, duelli e tagli da destra.
Lindstrom (19’ st)4,5 – Strozzato subito da Cancelo e conseguenti raddoppi. E il gol che sbaglia di testa è da urlo di Munch. Morbido anche l’atteggiamento in occasione del tris del Barça, a ridosso della sua area.
Osimhen 5 – Gioca in mezzo all’esperto Araujo e al diciassettenne deb Cubarsì, contro una linea alta, sempre sul filo di un fuorigioco che diventa trappola sistematica. Però lotta e i primi segnali sono i suoi, anche al tiro. E nella fase clou, in una delle danze forsennate in area, s’era pure conquistato il rigore proprio per fallo di Cubarsì: negato, che rimpianto.
Kvaratskhelia 5 -Koundé lo aggredisce ovunque, e poi c’è Yamal dimensione zanzara: niente aria, non ci sono spazi. E così cambia, viene dentro, prova a lavorare con Rui e Olivera, e a inizio ripresa racconta di esserci con un giro che gela il Montjuic. Un lampo. Il secondo al 92’: altro tiro fuori di un amen. Troppo poco.
Ngonge (47’ st)sv – Il debutto in Champions nella serata più amara.