Nessuna paura, a testa alta e con la forza delle idee. Sono questi i tre concetti che l’allenatore sta provando ad inculcare nei calciatori. Il tecnico ha vestito ancora una volta i panni dello psicologo dopo il pareggio beffa con il Toro di venerdì scorso che rischia di aver pregiudicato la rincorsa – disperata – per un posto nella prossima Champions. Ma il Napoli è ancora in piena corsa in questa edizione della coppa dalle grandi orecchie. E martedì si giocherà il dentro o fuori a Barcellona contro i blaugrana. A conti fatti, del resto, quella contro l’undici di Xavi è la partita che per gli azzurri vale tutta la stagione. Tutto il resto purtroppo è evaporato in poco più di nove mesi. Ma di quel (recente) passato, Calzona non è responsabile. Anzi. Il tecnico è giunto al capezzale del Napoli in piena crisi ed è riuscito già a fare molto: ha trasmesso certezze, identità e risultati. Con lui in panchina la squadra è imbattuta dopo cinque partite (di cui una di Champions proprio in gara 1 con il Barça al Maradona), sebbene manchi ancora qualcosa per dare continuità alle vittorie (leggasi fragilità difensiva). Ed ecco che Calzona ha chiesto maggiore intraprendenza alla squadra. E lo ha fatto proprio in vista della sfida con il Barcellona che significa tantissimo per il futuro del club (e probabilmente anche per il suo, se punta ad una riconferma sulla panchina azzurra dopo giugno).