Casale: “Zirkzee erede di Osimhen al Napoli? Vi dico la mia. Su Thiago Motta…”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Casale, allenatore ed ex calciatore del Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista:

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Il Napoli, in Champions, sembra aver attuato nuovi principi di gioco. Meno timorosi e baricentro alto: è l’atteggiamento giusto per tornare sui propri binari?
“Paradossalmente, si è giocato meglio quando si è stati più disordinati, come avveniva con Mazzarri. Mi sembra che i calciatori debbano avere una certa libertà tattica per produrre qualcosa di importante e questo, contro squadre organizzate, potrebbe essere un limite. Con un pizzico di agonismo in più si è riuscito a raggiungere il pareggio. La squadra deve tornare ad essere maggiormente offensiva. Se non si riesce a fare un tiro in porta… Su molti aspetti non siamo migliorati molto. Speriamo che Calzona sappia ridare un gioco che sia anche più produttivo in fase offensiva”. 
Nella ripresa il Napoli si è liberato anche mentalmente. Può essere stato, dunque, anche la mancanza di coraggio un fattore in questa stagione?
“Più che altro, la preoccupazione degli allenatori di dover ripetere il gioco di Spalletti. I meccanismi di Spalletti sono stati naturalmente espressi all’inizio del campionato, una conseguenza del lavoro svolto nel biennio con Luciano. Poi, però, la troppa voglia di ripetere quello spartito può aver condizionato ancora di più la squadra. Quando la squadra si libera di certe paure e obblighi tattici, i calciatori si esprimono meglio”. 
Spalletti ha detto che questo Bologna gli ricorda molto il suo Napoli. Motta è un allenatore che il Napoli deve puntare?
“E’ uno dei migliori profili del calcio italiano. Vanno fatte delle considerazioni, però. Zirkzee, infatti, non è un attaccante alla Osimhen. Spesso, un sistema di gioco esige determinati interpreti. Non parlo solo di Zirkzee, ma anche del contesto in cui diversi giocatori possono esprimersi. Pensiamo a Lindstrom o a Cajuste, che in passato batteva i rigori nella propria squadra, dimostrandosi leader, ma nel Napoli ha dovuto adattarsi al ruolo di comprimario. Quel che è certo è che, quando arriva un nuovo allenatore, vanno cambiati anche alcuni interpreti”. 
Il Napoli crede debba punire Kvaratskhelia per la reazione al cambio contro il Barcellona?
“Anzitutto, sono sempre del parere che un club debba vendere calciatori che raggiungono quotazioni di mercato enormi. D’altronde, il presidente ha sempre dimostrato di saper rinforzare la squadra. Per quanto riguarda i comportamenti, bisognava intervenire già con Garcia. In quel momento, bisogna sempre sostenere l’allenatore, anche quando non è supportato dalla piazza. Oggi, però, abbiamo bisogno di Kvaratskhelia. SI può pensare di dare l’esempio di correttezza, ma la priorità deve essere il gioco. Si può pensare ad una multa, ma escluderlo mi sembra eccessivo”. 
Traorè può essere schierato anche come mezzala?
“Il problema è con chi deve giocare Traorè. Se gioca con Kvaratskhelia, una punta ed un altro attaccante diventa complicato. La squadra fa fatica a supportare quattro giocatori offensivi. A gara in corso, tuttavia, Traorè può scambiarsi con Kvaratskhelia, sulla fascia. È importante anche considerare la presenza del terzino, dato che Olivera è più statico di Mario Rui”. 
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