Quella di domani, tra il Cagliari e il Napoli , come ricorda e scrive ilmattino.it è la partita nel ricordo di Gigi e Totonno. Antonio Juliano era morto da tre giorni, la sua immagine apparve sui maxi schermi del Maradona prima della partita contro il Cagliari, vinta dagli azzurri il 16 dicembre con i gol di Osimhen e Kvara. Quaranta giorni dopo il Capitano, 505 partite in maglia azzurra, sarebbe scomparso l’altro Mito, l’altro Hombre Vertical: Gigi Riva, l’anima di Cagliari, il bomber grazie a cui soffiò anche in Sardegna il vento del successo – lo scudetto – nella primavera del 1970. Juliano e Riva non lasceranno mai il mondo del calcio. Figure forti e amatissime, con tratti caratteriali che li hanno resi unici. Uomini che vinsero con la Nazionale (campioni d’Europa nel 1968 e vice campioni del mondo nel 70) e che nelle loro carriere sotto una sola bandiera – Juliano chiuse a Bologna perché non aveva raggiunto l’intesa economica con Ferlaino – non hanno accettato mai compromessi. Riva rifiutò la Juve, che avrebbe speso centinaia di milioni di lire per lui. Juliano rinunciò al fascino dei club milanesi. Perché aveva una battaglia da combattere, baluardo del Sud così come Gigi lo era di quella terra di cui si era innamorato nel 1963, portato in Sardegna per 37 milioni di lire. Un anno prima il giovanissimo Totonno aveva vinto col Napoli di Pesaola Coppa Italia, poche apparizioni in quella squadra, l’unica di serie B ad aver conquistato il trofeo.