A Radio Crc nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Massimo Rastelli, ex Napoli ed ex compagno di Gilardino al Piacenza:
“Ho giocato con Gilardino che aveva 17 anni, ma era già bravo! In quella stagione retrocedemmo in B e anche per la società era un modo per mettere in mostra giocatori interessanti che venivano dal settore giovanile. Gilardino fece subito vedere di avere il classico intuito dell’attaccante di razza perchè i rimpalli gli andavano sempre a favore, riusciva sempre a concretizzare per cui si trovava sempre al posto giusto al momento giusto ed ha fatto una grandissima carriera. Ha giocato in tantissime squadre e al di là delle qualità tecniche, la differenza la fa la personalità e lui ne ha sempre avute, da calciatore e anche adesso da allenatore. Quando sei giovane pensi solo a giocare, a quello che sarà il post inizi a pensarlo dopo i 30 anni, ma l’esperienza poi ti fa ragionare da allenatore in campo perchè superando una certa età, avendo tanti campionati alle spalle ed essendo stato allenato da tanti tecnici inizi già a proiettarsi a quello che sarà dopo il calcio giocato.
Il Napoli cerca faticosamente di ritrovare una sua identità e in tantissime partite fa intravedere quel qualcosa che sembra possa sbloccare la squadra da un momento all’altro, ma poi spesso con un episodio a sfavore non riesce a raddrizzarla. Mazzarri sta provando in tutti i modi a dare una mano alla squadra perchè il Napoli della passata stagione non c’è più e quindi non ha senso insistere cercando di rimetterlo in piedi uguale a come era lo scorso anno. Quella squadra non c’è più, è cambiata la testa, sono venute meno tante certezze e nel calcio si fa tanta fatica a creare un giocattolo e poi basta poco per sfasciare tutto.
Il Genoa è molto equilibrato, ma prova sempre a creare situazioni per andare in vantaggio. I due attaccanti non danno grandissimi punti di riferimento e con 5-3-2 è molto compatto. Il Napoli sta facendo fatica a far gol, a concretizzare le occasioni che crea, ma il ritorno di Osimhen può aiutare la squadra a venir fuori da questo momento. Mi auguro che il nigeriano riesca a tirar fuori quello che l’anno scorso e in quelli addietro ha fatto vedere.
E’ un campionato equilibrato questo, ogni partita va giocata e combattuta: l’Inter tante partite le ha vinte sudando, non ci sono partite facili e questo significa che tutte possono metterti in difficoltà. E anche nella parte bassa della classifica, sono tutte lì.
Vivo con serenità l’attesa di allenare nuovamente. Cerco di vivere alla giornate e non pensarci troppo sfruttando il tempo per aggiornarmi, migliorare, leggere e rubacchiare qualcosa di interessante e poi una chiamata può arrivare domani così come tra 6 mesi”.