Due tecnici agli antipodi. Ma in realtà, a guardarli bene, mica tanto diversi. Maurizio Sarri e Walter Mazzarri si sfideranno oggi all’Olimpico in quello che è a tutti gli effetti uno spareggio per il quarto posto. Partita quindi fondamentale per i destini di Lazio e Napoli, le loro squadre. Match che i due allenatori affronteranno con le rispettive filosofie di gioco, che sembrano opposte, ma in realtà non sono così lontane.
Virate e contro-virate Simili nel modo affrontare la vita e ciò che circonda il calcio (sono entrambi toscanacci tendenti al burbero), Sarri e Mazzari si sono fatti largo con sistemi di gioco molto differenti. Il laziale (raggiungendo l’apice proprio a Napoli) è diventato uno dei profeti del calcio offensivo, il napoletano è stato sempre artefice di un gioco più pragmatico anche se ugualmente redditizio. Quest’anno, però, le differenze tra i due si sono molto assottigliate. La Lazio, pur fedele al canonico 4-3-3 del Comandante, pratica un calcio molto meno sarriano e molto più realista. E si è così specializzata nelle vittorie di corto muso (ben sei, fin qui, gli 1-0). Dall’altra parte Mazzarri sta provando a far rivivere la grande bellezza del Napoli di Spalletti, anche se in Supercoppa è tornato alla difesa a tre.
A pensarci bene, la prima dimostrazione di «sarrismo realista» la Lazio la diede proprio contro il Napoli, nel match giocato al Maradona nel girone di ritorno dello scorso campionato. Una vittoria di misura (gol di Vecino) maturata più col sudore e il sacrificio che con il bel gioco. Un successo poi replicato, nello stesso stadio, nel girone di andata di questo torneo. All’Olimpico, però, Sarri non ha mai battuto la sua ex squadra. Anzi, ha sempre perso (doppio 2-1 per i partenopei nei due precedenti). Pur in emergenza (ma lo stesso vale per il Napoli) proverà oggi a invertire la tendenza. Dopo i cinque successi consecutivi a cavallo di vecchio e nuovo anno, la Lazio è incappata in una sconfitta pesante e piena di interrogativi in Supercoppa con l’Inter. Il solito black out di una squadra che, sotto questo punto di vista, non riesce mai a maturare.
Anche per togliersi di dosso questa fastidiosa etichetta, per la Lazio oggi è fondamentale ripartire. Sarri proverà a farlo con un tridente inedito in campionato, quello composto da Isaksen, Castellanos e Felipe Anderson. Unico precedente del trio in Champions contro il Celtic: la Lazio vinse 2-0, ma i gol li fece – da subentrato – Immobile. Che oggi non ci sarà perché squalificato. Così come Zaccagni. Per ovviare al problema del gol, che è la principale emergenza quest’anno, e che sarà acuito da queste due assenze, Sarri chiede ai centrocampisti di riempire maggiormente l’area. Lo pretende in particolare dalle due mezzeali, Luis Alberto (che non segna da tre mesi) e Guendouzi, che sta avendo un rendimento elevato, che diventerebbe ottimo se segnasse un po’ di più (2 i suoi gol finora). Già a partire dal match di oggi col Napoli.
Fonte: Gazzetta dello Sport