In diretta a Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport, è intervenuto Guido Bagatta, giornalista:
“Gli arbitri migliori sono quelli di cui non ti ricordi il nome alla fine della partita. Il direttore di gara deve essere al di sopra delle parti, non deve essere il protagonista della partita. È una situazione, è un anonimo: negli USA non c’è una volta dove gli arbitri sono rimasti impressi alla fine della gara, salvo errori commessi e non manie di protagonismo.
Ieri Rapuano ha voluto dire “Ci sono anche io!” a suon di cartellini gialli. Un arbitro deve pensare all’economia della partita, senza rovinarla con la propria discrezionalità. Molte decisioni sono prese in maniera sconsiderate, occorre avere sensibilità in una gara delicata come una finale.
Il metro di giudizio è completamente cambiato nel giro di 45′, questo confonde e irretisce i giocatori in campo. Non mi è piaciuto Mazzarri che è andato via prima del triplice fischio, comunque. E non mi è piaciuto neanche il suo non andare in conferenza stampa. Se si perde o se si vince, bisogna avere rispetto di chi lavora e dei tifosi che vogliono avere delucidazioni dopo la partita. È una prassi tutta italiana, che va staccata dalla nostra cultura”.