Mazzarri/Conference: «Temevo che la serie nera fosse infinita, la gara sembrava stregata». Sulla supercoppa
La partita di Walter Mazzarri, 107 minuti di sofferenza pura, avrebbe meritato una cam dedicata: decine di espressioni, smorfie, momenti di ghiaccio e altri di fuoco, sbuffi e sospiri, la giacca volante e poi, a una manciata di secondi dal fischio finale, il grande e intramontabile classico: il gesto dell’orologio. «È finita», urlava il tecnico agitandosi a un passo dalla meta strappata in rimonta. Ma non è finita finché non è finita, tanto per citare Yogi Berra, e lui e Napoli hanno tremato fino all’ultimo istante: l’incubo sembrava non finire mai.
«Contava il risultato, era fondamentale: abbiamo ritrovato lo spirito e anche il gioco. Dopo Torino, ho rivisto la squadra giocare a calcio e fare un possesso esagerato, nonostante fossimo abbastanza in emergenza. Avremmo potuto segnare prima e in genere non abbiamo ancora fatto niente, ma questa volta era troppo importante vincere. Faccio i complimenti ai ragazzi».
IL TEDESCO.
Emergenza è il concetto che accompagnerà il Napoli anche a Riyad per la Supercoppa: la partenza è in programma oggi, alle 11 dall’aeroporto di Capodichino, e oltre a Osimhen e Anguissa macheranno anche Zanoli (praticamente ceduto alla Salernitana) e l’infortunato Cajuste. E c’è poi il nodo-Zielinski, certo, ieri fuori per un affaticamento improvviso, all’improvviso: il polacco partirà e poi si vedrà. Di certo è tornato improvvisamente molto utile Demme: lo ha dimostrato ieri al Maradona, all’esordio in campionato e dopo essere stato proposto a destra e sinistra sul mercato, Salernitana compresa. Un esempio di professionalità, Diego il tedesco. «Il medico mi deve dire se Zielinski è disponibile. Cajuste, invece, mi preoccupa: ha un problema muscolare».
LE STREGHE. Mazzarri, quantomeno, ha ritrovato il sorriso, il gol dopo quattro partite di buio, la vittoria e momentaneamente il sesto posto. La zona Champions, in attesa delle ultime partite di oggi, è più vicina. O meno lontana: «Sembrava un’altra partita stregata, considerando che alla prima uscita abbiamo preso gol. Sembrava che la serie nera potesse continuare. Con il Monza, per assurdo, abbiamo creato più occasioni meritando anche di più la vittoria, ma questa volta ci abbiamo creduto fino alla fine. Bello spirito, mi è piaciuto».
LA PREPARAZIONE. E ancora. «Con il preparatore abbiamo esagerato e così abbiamo pagato contro il Torino: quella partita negativa è anche colpa nostra, avevamo previsto carichi di lavoro che probabilmente hanno influito. Forse abbiamo forzato un po’ rispetto a quello che facevano prima, ma ora sono contento: abbiamo migliorato la gamba e la tenuta fisica e si è visto in campo».
LA SCINTILLA. L’avventura in Arabia Saudita, a cominciare dalla semifinale con la Fiorentina in programma giovedì a Riyad, racconterà il resto. Spiegherà se quella con la Salernitana è stata una vittoria-lampo, se si è trattato di un episodio, o se il Napoli ha cominciato a cancellare la crisi. «Bisogna migliorare sotto porta, sprecare meno energia e giocare un po’ più verticale, ma rispetto al Torino siamo stati bravi a ritrovare la gestione. Il ritiro è stato produttivo, mi godo la vittoria: e da domani comincerò a pensare alla Supercoppa». Cioè da oggi. In attesa del mercato, certo: «Il presidente e lo scouting sono concentrati a portare a casa i migliori rinforzi possibili».
Fonte: CdS