Caccia all’uomo: Il georgiano è la vittima designata con 49 interventi scorretti. I Dettagli
Con la salute (e con le statistiche) non si scherza: bisogna essere precisi, magari interpretandole, però leggendole rigorosamente, evitando divagazioni. Ogni ventisei minuti, quando gioca il Napoli, c’è un arbitro ch’è costretto a fermare il gioco, ad intervenire, perché qualcuno l’ha fatto di nuovo: e quel tempo – tanto o poco che possa sembrare – segna i confini tra un fallo e l’altro subito da Kvicha Kvaratskhelia, che nei suoi svolazzi sente le caviglie scricchiolare o una spalla ondeggiare. I numeri non mentono e neppure le espressioni del viso e adesso è il linguaggio del corpo di chi come Kvara non ce la fa più: perché in quei ventisei minuti può essere capitato persino altro – che gli tirino la maglietta, che lo colpiscano e restino impuniti, che intanto il gioco si sia sviluppato e ci sia scappata la norma del vantaggio – e però intanto i nervi sono rimasti scossi: 49 falli in 17 partite e più dettagliatamente in 1297′ costituiscono un tormento, quasi la disperazione.
ILLEGITTIMA DIFESA
Kvara è un geniaccio che ha sentinelle in ogni angolo del campo, è fantasia da affrontare a muso duro, talvolta con le buone e spesso con le cattive, e quei “metodi” divenuti ormai legge sono diventati inaccettabili per Mazzarri, sospeso nelle sue incertezze tra la difesa a cinque e il tridente e comunque irritato per quello ciò che scorge dalla sua panchina. «Con tutta questa tecnologia in campo vedo cose che sono inconcepibili e ci sono situazioni che ormai mi hanno stancato. Anche con il Monza ci sono stati episodi su Kvara, incluse mancate ammonizioni, che incidono. Ma per l’ennesima volta ci sono state scelte arbitrali discutibili».
Fonte: CdS