Il Napoli non sa più vincere e al fischio finale della gara contro il Monza deve ringraziare Alex Meret, autore di una parata decisiva sul rigore calciato da Pessina che ha tenuto inchiodato il risultato sullo 0-0. Il match contro i brianzoli ha confermato ancora una volta l’involuzione tattica degli azzurri: l’unica conclusione degna di essere inserita nel tabellino e scuotere dal torpore di un fiacco primo tempo giunge soltanto al 40′ con Anguissa.
La ripresa, oltre a non aver cambiato le carte in tavola, ha palesato tutte le difficoltà azzurre di questa prima parte di stagione: l’emblema del momento no è racchiuso nella debole conclusione di Kvaratskhelia che Di Gregorio riesce facilmente a bloccare e nel tardivo ingresso del Cholito Simeone. Tornando indietro di alcuni mesi, dubitiamo che il georgiano sprecasse un’opportunità tanto nitida quanto agevole. Dopo il rigore fallito dalla squadra di Palladino, ci si aspetta una reazione d’orgoglio che arriva sì, ma poco precisa per indirizzare il match sul proprio binario. Clamoroso nel finale il tiro a botta sicura di Gaetano – subentrato nella ripresa al posto di un evanescente Zielinski, forse con la testa alla sua prossima destinazione – su cui è abile Di Gregorio salvando così i suoi che escono dal Maradona con un prezioso punto in ottica salvezza (e forse recriminando più dei padroni di casa per la ghiotta occasione sciupata del rigore).
Il 2023 del Napoli, l’anno dello Scudetto, si è concluso con questo scialbo pareggio che allontana sempre di più gli uomini di Mazzarri da quel quarto posto divenuto ormai obiettivo vitale per salvare un’annata fin qui disastrosa: sono 19 i punti in meno rispetto allo scorso anno e 17 quelli di ritardo dalla vetta, senza dimenticare l’aver vergognosamente abdicato alla Coppa Italia quale concreta possibilità di riscattare parzialmente una stagione il cui prosieguo si annuncia complicato e, al tempo stesso, poco decifrabile. In soli sei mesi si è passati da un incontrastato dominio alla perdita di ogni punto di riferimento: le cause vanno ricercate in scelte tecniche e di mercato poco chiare, unitamente ai tangibili malumori di una piazza che dopo l’esaltazione dei mesi passati si ritrova ora in un vortice depressivo senza fine. Le prime risposte – oltre che dalla trasferta di Torino che aprirà il nuovo anno – si spera arrivino dall’imminente sessione di mercato, banco di prova da sfruttare al meglio per rimettersi quantomeno in carreggiata.
Riccardo Cerino