A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Napoli-Monza
Approfondimento su Napoli-Monza
Il Napoli, col pareggio interno col Monza, chiude mestamente un anno che lo ha portato comunque a trionfare dopo trentatre anni.
Si è giocata ieri pomeriggio alle ore 18:30 al “Diego Armando Maradona” la gara tra il Napoli e il Monza, valida per la 18° giornata del campionato di serie A. I ragazzi di Mazzarri continuano a non vincere e ad allontanarsi di gara in gara dagli obiettivi (oggi anche la Champions sembra una chimera).
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- L’ammissione: ci sono volute diciotto giornate e quasi cinque mesi al Presidente per pronunciare quelle quattro parole “E’ tutta colpa mia“. Qualcuno potrebbe citare la famosa filosofa spagnola Grazia Alcazz, ma intanto ne prendiamo atto. Non può non essere colpa sua (come non può che essere suo merito lo scudetto conquistato a maggio) quanto accaduto quest’estate a Napoli. Un delirio di onnipotenza iniziato con l’addio a Spalletti e Giuntoli e continuato con dei casting sul tecnico che sono apparsi in realtà simili alle selezioni del Grande Fratello. E’ difficile (personalmente e VORREI sbagliarmi con tutto il cuore) raddrizzare una stagione che potrebbe portare il club fuori dall’Europa dopo quattordici anni consecutivi. Va bene, ci può stare, non dobbiamo lamentarci. A patto che si stia già lavorando adesso per il tecnico della prossima stagione. A tal proposito il favoritissimo Raffaele Palladino, nonostante l’eccezionale lavoro a Monza, ieri non ha incantato pur presentando una squadra ordinata e con idee chiare di gioco.
- Il cuscino e la copertina: non vorrei passare dall’essere stato il più grande ammiratore di Walter Mazzarri (dieci anni fa) al suo detrattore per eccellenza. Il tecnico toscano ha colpe non per il passato, ma soltanto quelle contingenti come spiegato ieri (CLICCA QUI PER TOP & FLOP NAPOLI). La squadra ha sciupato almeno tre nitide occasioni da gol che avrebbero permesso di vincere la gara, ma quello che non va bene è l’assenza dell’animus pugnandi. I primi trentacinque minuti del match hanno visto i partenopei effettuare palleggi sterili orizzontali, da destra verso sinistra e viceversa, senza mai scardinare la retroguardia brianzola. Addirittura intorno al 25′ il Monza ha palleggiato indisturbato per quasi quattro minuti senza far vedere palla agli avversari. Un tiro in porta nel primo tempo, zero reti segnate nelle ultime tre gare e appena quattro nelle ultime sette chiariscono quanto sia irritante l’atteggiamento in campo. Perchè non basta dichiarare di aver studiato Spalletti e abbracciare i calciatori per raddrizzare una stagione storta.
- Le prossime ventitrè: è una stagione di maledettissima sofferenza per i tifosi del Napoli e la mia personale sensazione è che neanche con Ronaldo, Messi, Iniesta e Roberto Carlos “giovani” si sarebbe potuta raddrizzare. Anche obiettivi minimi come i quarti di finale di Coppa Italia e la lotta per il quarto posto sono sfumati o molto lontani. E con almeno altre ventitrè partite (si spera almeno tre in più) da disputare cosa si può fare? Priorità uno: sette otto punti a gennaio per superare questo lunghissimo e pericolosissimo momento di encefalogramma piatto. Priorità due: usare subito una parte del tesoretto per inserire due/tre innesti di valore per il presente ma soprattutto futuro (a proposito a gennaio 2024 festeggiamo un anno di “alla ricerca del sostituto di Kim“). Priorità tre: testare alcuni ragazzi per aiutarli nella crescita e valutare il loro ruolo in rosa, togliendo spazio a chi ormai è praticamente un ex Napoli (per questo diventa urgente fare subito setto otto punti). Priorità quattro: annunciare a febbraio di aver preso già l’allenatore per la prossima stagione (con buona pace di Walter) anche senza fare il nome. E che l’identikit sia chiaro: uno che conosce la serie A benissimo, che ami lavorare sulla tattica e che migliori i calciatori. E possibilmente che abbia un cognome uguale a una famosa marca di panettone….
- La fine dell’aristocrazia: finora il presidente Aurelio De Laurentiis si è preso davvero tante critiche (non preconcettuali ma motivate per quanto fatto in questi ultimi mesi). Tuttavia non possiamo ignorare la sua lungimiranza nel tenere i conti in ordine sin dal primo giorno della sua gestione. Ad alcuni tifosi è sembrato questo un aspetto egoistico per non spendere soldi, non riuscendo a guardare più in là del proprio naso. Già perchè con la fine del DECRETO CRESCITA da gennaio molti club nobili del nostro campionato si troveranno in difficoltà fortissime per rendere competitive le proprie squadre. Infatti mentre il Napoli ha sempre investito sui cartellini (da ammortizzare in quattro anni), Inter/Roma/Milan/Juventus hanno puntato tantissimo sui parametri zero a cui dare ingaggi onerosissimi ma mitigati dal decreto. Questo porterà anche loro a dover investire contante fresco per acquistare calciatori prospettici da far maturare, con la differenza che i bilanci in forte passivo non aiutano. Di qui la rabbia di alcuni dirigenti (Marotta su tutti) costretti a studiare piani B senza averne le risorse. Tutto ciò cosa significa in chiave Napoli? Che se per la stagione attuale c’è moltissima preoccupazione (sembra irreparabile), ma per il futuro personalmente intravedo una marea di opportunità. A patto di avere dirigenti e allenatori non improvvisati, ma di altissimo livello.
Articolo a cura di Marco Lepore