Ingaggio e clausola sul tavolo: Calenda sarà al Maradona come il presidente. Osimhen va via il 14 gennaio
Stipendio da 10 milioni
Victor atterra e poi vola: l’immagine di lui, felice, che alza il Pallone d’Oro africano al cielo di Napoli, ai piedi del jet privato che in un lampo l’ha portato a Marrakech (e ritorno), ha fatto il giro dei social. L’ha postata lui, del resto, e di questi tempi ogni cosa chiamata Osi fa notizia. Tremendamente. Figuriamoci una cosa firmata: tipo un contratto.
Il regalo di Natale o magari di inizio anno, e comunque prima di abbracciare la Nigeria per la Coppa d’Africa in agenda dal 13 gennaio in Costa d’Avorio – che il centravanti e il Napoli stanno provando a scambiarsi in questo periodo di ritrovata armonia.
Sono tanti i dettagli e altrettanti gli indizi della nuova era, di un rapporto innaffiato e rifiorito dopo la rottura estiva – un’estate con una decina d’incontri senza champagne -, il caso TikTok e l’eliminazione di tutte le foto di Osimhen con la maglia azzurra dal profilo Instagram (a cui tiene moltissimo).
Il passato è in soffitta, archiviato, e ciò che conta ora sono l’ultima riunione andata in scena in città mercoledì, il giorno dopo il Braga e il primo gol in Champions della stagione, e soprattutto la prossima: c’è apertura reciproca. Roberto Calenda, l’agente di Osi, e Aurelio De Laurentiis si sono seduti intorno a un tavolo e hanno riaperto la porta del rinnovo del contratto in scadenza nel 2025 fino al 2026. Tra un attimo, se vogliamo, dal punto di vista del mondo del calcio. Un pianeta che Victor ha conquistato nell’ultima stagione esplodendo come una bomba piena di gol: il trono dei cannonieri, lo scudetto, giocate che ormai sono un brand, l’ottavo posto al Pallone d’Oro e la conquista del Pallone d’Oro africano. Da ottobre 2022 a oggi, cioè da quando è nata sua figlia Hailey True, Osimhen ha scritto un romanzo di trionfi e l’inno alla gioia. Però gli manca qualcosa: il nuovo contratto. Un contratto all’altezza del suo valore, del blasone, della valutazione degna di uno degli attaccanti più forti del mondo. In cima all’Europa, all’Africa e alle liste di tutti i club che cercano un centravanti formidabile. L’idea del Napoli non è mica diversa: sa perfettamente quanti e quali estimatori vanti Victor soprattutto in Inghilterra (Chelsea in testa, di cui tra l’altro è sempre stato tifoso, e poi United, Liverpool, Arsenal, Newcastle, Psg), e allo stesso tempo è anche consapevole di quanto la scadenza possa assumere un valore decisivo in termini di forza contrattuale.
A PRESTO. Osimhen e Calenda, di contro, non hanno alcuna voglia di sfruttare la strada dello svincolo, del tempo che passa fino all’acquisizione dello status di parametro zero, ma per tirare fuori quel famoso champagne andranno rivisti i parametri estivi: ingaggio da una decina di milioni di euro fino al 2026; una clausola rescissoria sicuramente superiore ai 100 milioni e magari anche a scalare come quella di Kim, cioè parametrata alla potenza economica e finanziaria del potenziale acquirente, ma nettamente inferiore ai 200 milioni che De Laurentiis in estate tramutò in un «duecentino» giocando con le parole; e poi la gestione di certi aspetti dell’immagine, certi bonus, certe storie vecchie. Adl, ieri, ha onorato la memoria di Totonno Juliano a Chiaia e poi è volato per Venezia per ritirare un premio: tornerà in tempo per la sfida con il Cagliari, domani al Maradona. Anche Calenda, partito da Napoli mercoledì, dovrebbe tornare per la partita: se le rispettive agende lo consentiranno, potrebbero anche incrociarsi per un bis. Si vedrà. La certezza è che allo stadio tiferanno entrambi per Osi, come una squadra: non segna in campionato dall’8 ottobre, causa infortunio (4 partite saltate), e conoscendolo un pizzico a quest’ora starà morendo dalla voglia di ricominciare. Fonte: CdS