A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giovanni Bia, ex calciatore ed agente sportivo, tra gli altri, di Cambiaso (calciatore della Juventus):
“Sembra che la Juventus stia investendo su ragazzi giovani per tornare a costruire una squadra che possa creare un ciclo vincente. C’è una nuova politica che quest’anno sembra stia dando i suoi frutti perché è in lotta per vincere con l’Inter.
Juventus-Napoli? Secondo me sarà una Juve che darà filo da torcere al Napoli, è una squadra compatta e quadrata, hanno trovato i meccanismi giusti. È una squadra che sa leggere le partite, sapendo modificare atteggiamento. La mano di Allegri si vede al 100%. Ha una rosa molto ridotta, sono in 13/14 tra infortuni e squalifiche.
Il ritorno di Mazzarri al Napoli? Ho avuto la fortuna di averlo a Bologna come allenatore, è una persona stupenda che merita di tornare a Napoli. Se lo merita e gli auguro di ripercorrere tutto quello che di buono aveva fatto nei primi anni a Napoli. Contro l’Inter si è vista la sua mano, lascia molta libertà ai giocatori di giocare secondo le proprie caratteristiche divertendosi in campo. Quella squadra è forte forte.
Quanto ha influito la figura di Giuntoli nella Juventus? I dati parlano a favore di Giuntoli, a Napoli ha fatto un percorso straordinario. Alla Juventus ha cominciato a mettere la sua mano piano piano e sicuramente sta operando anche lì come sa fare.
Cambiaso? Il suo sogno è quello di rimanere alla Juve per tanto tempo. Io mi auguro che possa percorrere questo tipo di carriera rimanendo per tanti anni alla Juventus. Il Napoli ci aveva provato a prenderlo, ma aveva già chiuso per Olivera. Giuntoli lo aveva già notato all’Alessandria. Giuntoli alla Juve è stato molto bravo perché è entrato con grande educazione e rispetto”.
Successo in casa della Juventus è un risultato di cruciale importanza per il Napoli?
“Dal punto di vista matematico è scontato anche se, personalmente, mi accontenterei di un risultato utile e di una buona prova. Sarebbe importante per dare continuità ai miglioramenti recenti. Una sconfitta riporterebbe il Napoli in una dimensione diversa rispetto a quella con il quale si è cominciata questa stagione”.
Crede che il Napoli debba guardarsi anche dietro, in classifica?
“Oggi è presto per dirlo. Se la squadra comincia a giocare con paura rischia di entrare in un circolo vizioso in cui a prevalere, appunto, sono le paure. Anche i problemi dell’inizio di campionato possono essere ascrivibili proprio a problematiche mentali. Il Napoli deve giocare e fare il massimo per vincere ogni gara, senza guardarsi indietro. Ad oggi, deve prevalere l’ottimismo”.
Quali sono i miglioramenti da evidenziare nella gestione Mazzarri?
“Sono i miglioramenti di una squadra che viene responsabilizzata, come è chiaro che sia dopo un cambio di guida tecnica. In questi casi, infatti, il focus si sposta sulla squadra. Si è vista la voglia di far meglio, anche se ci sono problemi tattici e relativi alla condizione atletica. Anche a Bergamo, dove abbiamo vinto, c’è stata una flessione nei secondi quarantacinque. È un aspetto sul quale lavorare e che, forse, denota qualcosa che vada oltre la guida tecnica, la preparazione da campo e fuori dal campo. Le responsabilità, inoltre, sono da identificarsi anche nel gruppo squadra”.
Quali sono le fragilità di questo Napoli?
“Sentivo un bellissimo intervento di Ancelotti dove diceva di intervenire poco sulla fase offensiva, mentre sui posizionamenti difensivi e di reparto da indicazioni di squadra molto precise. È un discorso di squadra e, devo ammetterlo, nemmeno con Mazzarri rivedo la stessa compattezza e regressione che la squadra di Spalletti dimostrava. L’organizzazione difensiva non è perfetta e, dunque, bisognerà lavorare di più da squadra. Per quanto riguarda la fase offensiva, bisognerebbe vedere se calciatori come Kvara, o anche Zielinski, sono gli stessi dello scorso anno”.
Se la Juventus vincesse si dimostrerebbe al livello dell’Inter?
“Continuo a credere che la Juve abbia un vantaggio enorme. Quello, cioè, di non giocare le coppe. Un vantaggio di cui potrà avvalersi soprattutto in caso di successo contro gli azzurri. Se in questa fase del campionato, fronteggiando i gironi, si può ancora pensare di fare turnover, il discorso è differente nelle fasi ad eliminazione”.
Bisognerà fare attenzione anche alla Roma?
“Ripeto che bisogna continuare a non guardare indietro e puntare al successo in ogni gara. Speranze di lottare per il tricolore? Il campionato è ancora lungo e una vittoria a Torino potrebbe garantire fiducia e morale. Almeno per questa partita, dunque, guarderei più in avanti che indietro”.
Più Osimhen o Vlahovic?
“Per la struttura di squadra dico Osimhen. Anche se non è in una forma atletica ideale, il nigeriano è molto importante per la propria squadra, più di quanto possa esserlo il serbo”.