L’INTERVISTA – La favola dell’ex azzurro Calzona al Cds: «Il mio Europeo tra Lobo, Mertens e il caffè di Marek»
Ct della Slovacchia che ha conquistato il Paese col 4-3-3
Francesco Calzona detto Ciccio, 55 anni, ct della Slovacchia nato a Vibo Valentia e cresciuto ad Arezzo con tanto di mix d’inflessioni, ha dimostrato che un fiore nel deserto può nascere davvero. «Alla mia prima partita con la Nazionale c’erano tremila persone allo stadio. Il gelo. Poi nelle ultime tre di euro-qualificazione abbiamo fatto tre sold out». Dal 22 settembre 2022, giorno di quel famoso debutto nell’arena frezeer di Trnava con l’Azerbaigian di De Biasi, a novembre ha conquistato il pass per l’Europeo con una giornata d’anticipo e soprattutto il cuore di un intero Paese. Oggi la gente gli chiede i selfie per strada e lo adora, ma quando Marek Hamsik lo suggerì alla federazione, dopo averlo conosciuto a Napoli da vice di Sarri, a fare le foto erano gli scettici in fila. Sapevano a malapena che lavorava nello staff di Spalletti (sempre a Napoli). «Dopo 20 anni al fianco di grandissimi maestri, mi sentivo pronto. Il mio unico timore era che la squadra assorbisse la diceria che gli assistenti non possono allenare».
E invece, et voilà: Slovacchia all’Europeo, seconda nel girone.
«Una grande soddisfazione: la vera ansia, la grande responsabilità è sapere di rappresentare un popolo. La Nazione si riconosce in te».
Anche la sua squadra, l’ha fatto: 4-3-3 pieno di gioco, idee, coraggio.
«Alla festa per la qualificazione tutti i giocatori mi hanno regalato splendide parole. Come uomo e professionista. Che orgoglio».
Mertens, che ritroverà all’Europeo da avversario con il Belgio nel Girone E, ha detto che lei gli ha cambiato la vita quando l’ha trasformato in centravanti.
«Dries per me è speciale. Avevo questa fissa e quando s’è creata la necessità abbiamo provato… Ed è andata bene».
Il suo vero sponsor, invece, è stato Hamsik.
«Un ragazzo fantastico. E lo vedi quando fa il caffè nello spogliatoio come gli ha insegnato Tommaso, il magazziniere del Napoli, e sposta i cinesini o porta i palloni. Uno con le sue doti e la sua compentenza, e con questa umiltà, può anche diventare il prossimo ct slovacco se vorrà allenare».
E lei verrà in Italia, magari.
«Più facile che Marek faccia il ct».
Per ora c’è lei. E il Paese festeggia.
«Nessuno ci credeva, e invece siamo all’Europeo tra mille difficoltà e mille problemi. Ho un gruppo di ragazzi fantastici».
Che hanno sposato il suo calcio .
«Giochiamo sempre per vincere: possesso, verticalizzazioni e occupazione della metà campo avversaria».
Con la regia di Lobotka.
«Un top player che Luciano ha valorizzato nel migliore dei modi. Lui e Skriniar sono stati fondamentali: avvalorando da subito le mie idee in toto e mi hanno fatto accettare dal gruppo».
La Slovacchia se la vedrà con Belgio, Romania e una vincente playoff. Le sarebbe piaciuto sfidare l’Italia?
«Ho pregato che non accadesse per una questione di cuore: è il mio Paese e mi disturba giocarci contro. E poi è forte, una delle più forti in assoluto. E ha un grandissimo allenatore».
Luciano. Spalletti. Un fuoriclasse.
«Uno dei pochi in grado di allenare qualsiasi squadra in qualsiasi posto del mondo. Un tecnico universale: ho grandissima stima dell’uomo e dell’allenatore. Anche con l’Italia s’inventerà qualsiasi cosa per andare avanti».
Cinque ct italiani all’Europeo: lei, Spalletti, Rossi con l’Ungheria, Tedesco con il Belgio e Montella con la Turchia.
«La nostra scuola è di grande livello. E dirò di più: Tedesco è calabrese come me, ne abbiamo parlato con fierezza al sorteggio».
Chi vincerà la coppa?
«Mi piacerebbe l’Italia. Altrimenti, sono innamorato del Portogallo per la qualità dei singoli e del suo calcio».
E lo scudetto?
«Inter e Juve favorite per il momento. Mazzarri darà al Napoli una grande mano per entrare tra le prime quattro, ma spero ancora che possa inserirsi».
Dove farebbe giocare Bellingham, se lo avesse?
«Lo chiederei a lui! Giocatore fantastico. Vincerà presto il Pallone d’Oro».
L’Europeo è il suo Pallone d’Oro?
«La mia vita riservata, serena, in famiglia era bellissima anche prima: non voglio che questo successo la cambi».
Fonte: CdS