E’ già un Napoli “mazzarriano”, in attesa delle prossime sfide

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E’ un Napoli ad immagine e somiglianza del suo nuovo-vecchio allenatore, quello che sbanca il sempre ostico campo di Bergamo e si prende tre punti importantissimi in ottica Champions. Rispetto all’ultima disastrosa uscita in casa contro l’Empoli, Mazzarri – che torna a sedere sulla panchina azzurra 3483 giorni dopo l’ultima volta (Roma-Napoli 2-1 del 19 maggio 2013) – schiera un 4-3-3 di spallettiana memoria e sin dai minuti iniziali fa comprendere che questo Napoli è l’antitesi di quello visto nelle ultime gare. 

Dopo un inizio di reciproca attesa, sono proprio gli azzurri a mettere il piede sull’acceleratore: aggressività alta, così come la linea difensiva e forte riaggressione in fase di non-possesso sono gli ingredienti principali del nuovo corso partenopeo. Quel che manca ancora sono le occasioni da rete. La prima emozione del match giunge soltanto al minuto 34, quando Rrahmani batte Carnesecchi dopo aver raccolto un cross di Raspadori. La gioia di Mazzarri e del Napoli è subito soffocata dall’intervento del Var che pesca in fuorigioco proprio il difensore kosovaro. Ma l’appuntamento con il gol è soltanto rinviato: poco prima dell’intervallo ci pensa Kvaratskhelia a trasformare in oro un cross di Di Lorenzo e portare, stavolta sì, il Napoli in vantaggio. Azzurri che avrebbero l’opportunità di raddoppiare subito, ma al termine di un flipper pazzesco Carnesecchi riesce a salvare i suoi e tenere apertissimo il match. 

Factory della Comunicazione

Il secondo tempo comincia allo stesso modo in cui si era concluso il primo: Napoli all’attacco, Atalanta attendista. Ma è soltanto un’illusione perché dopo un’opportunità capitata sui piedi di Raspadori e respinta dalla difesa nerazzurra, ecco il pareggio degli uomini di Gasperini: Lookman raccoglie un preciso cross di Hateboer dalla destra e trafigge Gollini. L’inerzia della gara cambia radicalmente ed il pallino del gioco è ora nelle mani della Dea, mentre il Napoli è costretto a rintanarsi nella propria metà campo. Vanno vicinissimi al gol del sorpasso Pasalic (che segnerà ma in fuorigioco), Scalvini e De Ketelaere, lasciando presagire un esordio amaro per Mazzarri. 

Per dare respiro alla squadra, il tecnico livornese inserisce Elmas al posto di Politano e Osimhen al posto di Raspadori, con il nigeriano che ritrova il campo dopo 47 giorni. Doppia mossa che dà i suoi frutti perché sono proprio i due neoentrati a decidere il match approfittando di un errore di Carnesecchi in fase d’impostazione: Osimhen raccoglie la sfera in scivolata e serve Elmas, che deposita in fondo al sacco e consegna un successo importantissimo al Napoli. Dopo i ko contro Lazio e Fiorentina ed il pareggio contro il Milan, è la prima affermazione stagionale in uno scontro diretto: in attesa di assimilare ulteriormente i concetti tattici di Mazzarri (con un’attenuante: il tecnico di San Vincenzo ha potuto lavorare col gruppo al completo soltanto alla vigilia della gara), gli azzurri si ritrovano e cominciano al meglio il tour de force che li attende da qui alle prossime quattro gare, ognuna a suo modo decisiva per le future ambizioni fra Serie A e Champions League.

 

Riccardo Cerino

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