Tennis – Sinner potrebbe “sbarcare” a Napoli per un torneo Atp Challenger 125. Tutti i dettagli
Un torneo Atp Challenger 125 di tennis da ospitare a Pasqua, un palazzetto dello sport multifunzionale, una macchina, la capitale europea dello sport, che se condotta bene può portare a risultati inimmaginabili. Riccardo Villari, presidente del Tennis club Napoli, ha ancora negli occhi l’impresa di Sinner arrivato a un passo dalla vittoria delle Atp Finals a Torino.
Vista la partita contro Djokovic?
«La crescita e la maturazione di questo ragazzo sono impressionanti ed il potenziale che esprime è importantissimo per il movimento tennistico italiano. Un campione a tutto tondo».
«Se Napoli diventerà sede di un torneo stabile del circuito Atp sarà una delle piazze dove potremo vederlo giocare. Garantisce spettacolo, entusiasmo, partecipazione. Un ragazzo desiderabile, un esempio positivo, all’altezza del pubblico napoletano».
Ma serve un palazzetto adeguato, che non c’è.
«Le pare possibile? Una città come la nostra che non ha ancora una struttura come questa che serve non solo per il tennis e lo sport ma anche per i tanti eventi culturali, musicali che può ospitare? Ne sento parlare da tanto. Speriamo che oggi, lavorando tutti in sintonia verso quest’unico obiettivo, lo si possa finalmente raggiungere. Nei prossimi dieci anni ci sarà una crescita esponenziale del tennis nel nostro Paese. Abbiamo una Nazionale di Davis tra le più forti al mondo e con Sinner come uomo di punta si allargherà ancora di più la base del movimento tennistico. Quest’anno il torneo di Tel Aviv è saltato. Se avessimo avuto un impianto indoor adeguato, ci saremmo potuti proporre perché Napoli è sempre una piazza appetibile. Il torneo Atp che abbiamo ospitato lo scorso anno è stato, dal punto di vista del calore, della partecipazione del pubblico, del risultato sportivo, un successo».
L’ipotesi di ristrutturare il Mario Argento sembra essere tramontata. Le convince Bagnoli?
«Certo che sì, ma anche se lo facciamo da un’altra parte va bene lo stesso purché si faccia».
Napoli Capitale dello Sport 2026, la sua considerazione?
«Si inserisce nel solco delle Universiadi 2019. In quell’occasione furono ristrutturati molti impianti dalla Regione e oggi è stato riconosciuto il potenziale del progetto del Comune di Napoli. Le grandi occasioni servono anche a cambiare il tessuto sociale. A Torino per le Olimpiadi invernali, è cambiata una città ed il palazzetto dove giocano Sinner ed i più grandi tennisti del mondo è stato costruito nel 2016 per quell’occasione. Sono opportunità per le quali bisogna farsi trovare pronti».
Anche se la Capitale europea dello sport non è legata al rinnovo dell’impiantistica sportiva.
«Non è la pioggia economica dei grandi eventi sportivi ma può essere un volano per tutta l’area napoletana con un impatto anche sull’economia cittadina. Ogni traguardo è raggiungibile se si allineano e lavorano insieme le istituzioni e le associazioni sportive, con il Coni regionale in testa che tanto ha fatto per arrivare a questo traguardo. Si vince quando ci si connette e si fa rete».
Lo sport visto come politica sociale?
«È il progetto dell’Amministrazione comunale, riconoscere lo sport anche come antidoto al disagio giovanile. Un appunto: nell’occasione ho sentito parlare poco delle tante associazioni sportive che, anche in questa circostanza, dovrebbero partecipare in pieno al progetto, al fianco delle istituzioni. Per il resto, bene ha fatto il sindaco ad allargare il progetto all’intera area metropolitana. Il progetto Sport 2026 potrà avere significative ricadute, anche in termini di inclusione sociale, solo se parte dal basso. Pensiamo a quanto sta accadendo a Caivano dove la legalità ripartirà anche da importanti investimenti sportivi».
Il Tennis club Napoli si appresta a tornare nel grande circuito dell’Atp.
«Manca poco ma siamo alla definizione di un torneo in programma sulla terra nella settimana di Pasqua. Un Atp Challenger 125 per il quale speriamo di chiudere un contratto triennale fino al 2026. Ormai i calendari sono quelli ed è difficile inserirsi. Bisogna solo sfruttare al volo qualche rinuncia e noi stiamo lavorando a quest’opportunità in sinergia con la Federtennis. E chissà che non possiamo in futuro fare un upgrade e tornare a un 250».
Si prospettano tanti eventi da oggi al 2026. C’è un problema di qualità?
«Alle amministrazioni tocca il compito di sostenere, con infrastrutture adeguate, lo sforzo di quanti hanno la capacità e l’opportunità di organizzare eventi di qualità, all’altezza di una città come Napoli».