La Gazzetta dello sport mette in campo Italia ed Ucraina. Scamacca per Raspadori e due azzurri in campo
L’Ucraina ha provato a rubarci la magia. Ha chiesto di preparare questa vigilia all’Hotel Landhaus Milser di Duisburg che ospitò l’Italia durante il trionfale Mondiale del 2006. Toni Pelle, proprietario calabrese dell’albergo, insieme al socio tedesco, Rolf Milser, ex olimpionico di sollevamento pesi, ha spiegato che non c’era posto. Il capodelegazione Gigi Buffon farà bene a raccontare ai giovani azzurri gli occhi degli immigrati italiani quando, prima della semifinale di Dortmund con la Germania, spiegavano: «Se perdiamo, ci aspettano quattro anni d’inferno qui…»; e poi la gioia della folla italiana, raccolta all’esterno del Landhaus Milser, in attesa del pullman azzurro che tornava dalla gloriosa finale di Berlino. Dopo due Mondiali sfumati rovinosamente, abbiamo motivazioni sufficienti per non perderci anche Euro 2024. Come ha spiegato il commissario tecnico Luciano Spalletti: «Abbiamo una voglia matta di andare a difendere il nostro titolo europeo». Tra le motivazioni aggiungiamoci pure gli italiani di Germania che ci aspettano a giugno. La nazionale ucraina, orgoglio di un popolo aggredito e stremato dalla guerra, opporrà motivazioni poderose e la “voglia matta” di dare visibilità alla propria causa e alla propria identità storica anche a Euro 2024.
Valori Rispetto al 2006meno differenza
Al Mondiale 2006 battemmo nettamente l’Ucraina nei quarti: 3-0. Allora, oltre al miglior portiere del mondo (Buffon), avevamo in difesa il futuro Pallone d’oro (Cannavaro) e a centrocampo il miglior giocatore del torneo (Pirlo). Ora tra Italia e Ucraina non c’è la stessa differenza di valori. Ha fatto bene Spalletti a ricordarlo: «Abbiamo gli stessi punti». L’Italia mondiale di Buffon subì 2 gol (un rigore, un autogol) in 7 partite. Nelle 7 partite del girone, Donnarumma ne ha presi 9. Anche per questo, stasera, pur avendo a disposizione 2 risultati su 3, meglio non speculare sul pareggio, non snaturarsi. La nostra è una squadra programmata per creare e per attaccare. Lasciamo andare il braccio, per dirla in questi giorni pieni di Sinner. Anche perché l’Ucraina, i talenti, ce li ha in attacco. Non è consigliabile attirarli in casa nostra. Il biondo e strapagato Mudryk, in ascesa nel Chelsea, caricato dal primo gol in Nazionale (Malta), ha la velocità e la tecnica per far male. Così come Sudakov, 21 anni, che in Champions ha colpito il Barcellona e Tsygankov, protagonista nel sorprendente Girona, capolista della Liga. A Milano delusero, ma è facile immaginare che nella notte decisiva faranno di tutto per risplendere.
I rivali Patiscono la velocità
Al contrario, i centraloni difensivi, Zabarnyi e Matvienko, possono concedere molto, se presi in velocità, come successo a San Siro, soprattutto se mal protetti dalla mediana. La squadra di Rebrov ama raccogliersi e ferire in ripartenza. Contro l’Inghilterra ha concesso il 70% di possesso e ha strappato un punto, come a noi non è riuscito. Ma questa sera, un pareggio sarebbe una sconfitta. L’Ucraina, con il passare dei minuti, sarà costretta ad avanzare sempre di più e a coprire sempre meno la difesa con una mediana già esile per costituzione (4-2-3-1). Se i nipotini di Sheva di allungano e aprono spazi, Frattesi potrebbe divertirsi come a Milano (due gol), lanciato negli spazi da verticalizzazioni tempestive. Scamacca, che ha fisico e mestiere, per raccogliere palla e giocare di sponda, potrebbe essere il suo trampolino ideale e magari fare il Toni 2006 (2 gol). I due ex Sassuolo sono due delle “4-5 novità” rispetto a sabato, annunciate da Spalletti. La terza sarà Di Lorenzo, che rientra dalla squalifica, la quarta Politano che dà il cambio a Berardi e immette buone gambe da ripartenza. L’eventuale quinta potrebbe toccare il cuore della difesa: Mancini per Gatti?
Staffetta Partita da giocare con testa e orologio
Sarà una partita da vincere con la testa e l’orologio. Pressare per tenere lontano da Donnarumma i talentini ucraini, curando scientificamente le preventive e le transizioni difensive, per soffocare nella culla le loro ripartenze. E, col passare del tempo, spendere sempre di più le nostre. Frattesi, ma anche, soprattutto, Chiesa, brillante a Roma, e Raspadori, che farà staffetta con Scamacca e ha tutto per far scricchiolare la pesante retroguardia ucraina: scatto nel breve, agilità e tecnica nello stretto. Venduti tutti i 1.800 biglietti a disposizione degli italiani, ma non vuole dire che, per il resto, la BayArena di Leverkusen (capienza di 25.000 anime), sarà una macchia gialla. Molti connazionali di Germania hanno dato la caccia ai biglietti per far sentire a casa gli azzurri, in attesa di riabbracciarli a giugno. Fonte: Gazzetta