RUDI/Conference – “C’è tempo per recuperare punti. Cominciamo a battere la Salernitana”. Poi su Osimhen
C ’è un uomo disperatamente solo, sospeso tra la Storia e la Normalità, che sta inseguendo qualcosa, forse un Sogno o semmai semplicemente la Speranza, una dimensione nuova che gli appartenga e lo soddisfi, che lo realizzi: «Siamo ad un quarto dal campionato, ne mancano tre quarti per tornare non sull’Inter, ma su quelle che sono davanti a noi». C’è uno Scudetto sulla giacca d’ordinanza di Rudi Garcia e non è il caso ancora di strapparlo, di toglierselo da dosso: ha rappresentato un tempo e un Capolavoro, un patrimonio di Napoli che non può essere bruciato così, in appena dieci giornate, in quella distanza già netta e però non definitiva.
Che andrà difeso. «Siamo una squadra forte e non dobbiamo dimenticarlo. Bisogna giocare con coraggio ed ambizione. Forse dobbiamo partire diversamente, con un impatto che ci consenta di trovare il vantaggio. E comunque, c’è da migliorare».
Prima che Salernitana-Napoli diventi un’ossessione che accerchia quella panchina mai solidamente sistemata con i chiodi, Rudi Garcia rimane avvolto in se stesso, nei misteri di questa vita divenuta improvvisamente troppo larga da perdersi dentro: c’è il tormento(ne) del passato, la sublimazione del calcio di Spalletti, e poi ci sono i sette punti di ritardo dall’Inter, il quinto posto e un derby che vanno manipolati con cura, tutti assieme e possibilmente anche appassionatamente. «Non sarà una gara facile, la Salernitana ha bisogno di punti e noi abbiamo un solo risultato a disposizione, vincere. Sappiamo cosa dobbiamo fare». Intanto, scacciare quelle ombre che si stanno ammassando intorno a Garcia, il ricordo del primo tempo con il Milan che poi è stato rimosso con una ripresa tutta anema e core; però c’è anche altro ed è racchiuso in quell’identità vaga, spesso impercettibile, che ha trascinato il suo Napoli in una specie di terra di mezza, così lontana dalla gioiosa espressione appena assaporata. «La partita con il Milan non possiamo rigiocarla. Penso alla Salernitana e all’Arechi ritroverò Morgan De Sanctis, che apprezzo tantissimo, trascinatore della mia Roma, uomo-spogliatoio e persona perbene».
L’UNICA STRADA. A chi può permettersi, essendoselo guadagnato, di girellare per questo Paese e pure per l’Europa, anzi per il Mondo, da campione d’Italia, non è mai consentito ondeggiare nella banalità e quel quinto posto è una sofferenza collettiva che va accarezzata con un calcio che conquisti e risultati che (ri)entusiasmino: «Ma io non butterei via tutto il primo tempo contro il Milan, perché abbiamo pure avuto l’occasione dell’1-1. Però è il momento di concentrarci sulla Salernitana e di cavalcare quest’onda positiva. E il modo è quello: vincere».
PERSONALITA’. I pregi del Napoli di Garcia sono stati soffocati dai difetti e mentre si entra nell’ennesimo tour de force – la Salernitana, poi l’Union Berlino e a chiudere, prima della sosta, l’Empoli – ciò che resta è quel senso di precarietà diffusa, una insoddisfazione di fondo che appartiene alla classifica ma anche è ambientale, e però pure una dose di sfacciataggine che a volte è emersa – a Frosinone, a Marassi, nel secondo tempo contro il Milan – e che è servita per frenare via il pericolo latente d’una valanga. «E dobbiamo giocare con ambizione e con coraggio. Durante la tempesta per alcuni risultati, ho sempre ricevuto il sostegno della gente, come nei giorni scorsi, quando sono stato al murale di Maradona. Ci sono andato per omaggiarlo per il suo compleanno ed ho avvertito l’affetto dei tifosi». Salernitana-Napoli non è una partita come le altre: non lo sarà in quell’Arechi blindato («ci può stare la rivalità ma spero non accada nulla, che si faccia il tifo per la propria squadra, evitando l’odio per gli avversari: abbiamo già troppe guerre»); non dovrà diventarlo tatticamente («bisogna concedere poco, serve concentrazione in difesa, non è il caso di concedere troppi palloni agli avversari»); e dovrà avere il potere di trascinare oltre la sosta, aspettando Osimhen: «Rientra prossima settimana, sta seguendo le indicazioni dei medici». C’è un piano di guarigione in atto.
Fonte: CdS