Il gioco che vuole fare Garcia- ha detto il giornalista Gaetano Imparato a Radio Marte – non l’ha capito manco lui.
Premi partita alla squadra? Non vedo problemi nel dare un premio ai propri calciatori. O si gioca contro grandi squadre o contro compagini più modeste per me non c’è problema. L’interesse del presidente è salvare il salvabile e se uno si inventa un fatto per uscire dalla crisi non ci vedo nulla di male.
Così come quando si ragiona sui moduli: secondo me, se serve a risolvere il problema, ben venga anche un modulo che i tifosi non condividono. Mi verrebbe da chiedermi se veramente siamo tifosi o se godiamo di più a dire che è tutto sbagliato, tutto da rifare e ci auguriamo che il Napoli sia fuori da tutto.
Certo le scelte che ha fatto il presidente sono incomprensibili ma la crisi non credo sia irreversibile. Garcia con Roma, città e spogliatoio, aveva instaurato un buon rapporto come ha ricordato anche De Sanctis, ex portiere giallorosso, azzurro ed attualmente dirigente della Salernitana. Buono il rapporto di Garcia anche con l’ambiente in generale, non a caso la sua compagna è una collega romana. Quindi quando sento dire di Garcia che è ampolloso o che è un francese presuntuoso mi infastidisce perché a Roma lo chiamavano il napoletano perché sembrava quasi si volesse arruffianare l’ambiente.
Invece è una persona semplicissima. Qui si è trovato nella bufera, commettendo molti errori – uno su tutti la preparazione, e quindi ci sta che gli si trovino tanti difetti. Quando in quella Roma dopo Garcia arrivò Spalletti – che chiese ai senatori di fare quadrato e pensare solo alla squadra e non al futuro per poi essere beccato in procinto di firmare col Chelsea – i giocatori gli rinfacciarono il suo comportamento elogiando quello del tecnico francese”.