Riscatto azzurro in quel di Verona, ma ancora presto per dichiarare il Napoli guarito
Il Napoli ricaccia indietro i fantasmi delle ultime due turbolente settimane battendo per 3-1 il Verona e tenendo salda – per il momento – la panchina di Rudi Garcia, ad un passo dall’esonero dopo il ko contro la Fiorentina, ma ancora sotto esame in vista delle gare contro Union Berlino e Milan, a maggior ragione dopo i toni della conferenza stampa della vigilia che ad ogni modo denotano la contrarietà del tecnico su diversi aspetti di questa prima parte di stagione.
Rispetto alla sfida contro i viola, al Bentegodi si è visto un altro Napoli, sicuramente più volitivo, abile sin dall’inizio a fare la sua parte e a schiacciare l’Hellas – protagonista di una sfuriata iniziale con tre corner collezionati in tre minuti – nella propria metà campo. Dopo il vantaggio di Politano, preceduto da due tentativi dell’ala destra e di Raspadori, oggi in attacco al posto di Osimhen, gli azzurri potrebbero subito raddoppiare con Cajuste ma Montipò è bravo nel tenere a galla la squadra di Baroni, costretta a capitolare poco prima dell’intervallo e ad inizio ripresa grazie a Khvicha Kvaratskhelia, che non realizzava una doppietta in campionato da più di un anno. Il Verona non molla e con Lazovic approfitta dell’unica sbavatura della retroguardia azzurra – errore della coppia Di Lorenzo- Rrahmani, con la sfida che si fa divertente nell’ultimo quarto con due occasioni per parte: la squadra di Baroni (che non vince dalla seconda giornata) prova a rimettersi in pista con Djuric e Bonazzoli – decisivi gli interventi di Meret, mentre l’undici di Garcia potrebbe ulteriormente arrotondare il punteggio con l’ex di turno Simeone (entrato in campo nella ripresa) e Cajuste, i cui tentativi finiscono di poco a lato.
Sotto gli occhi del presidente De Laurentiis, nell’ultimo periodo vicino a squadra e allenatore come non accadeva da tempo, il Napoli coglie un successo prezioso che lo proietta a quota 17 punti, in piena bagarre Champions. In questo momento è improbabile – nonché inopportuno – pensare che la vittoria contro una squadra che lo scorso anno ha ottenuto la salvezza solo al termine del decisivo spareggio possa essere la panacea di tutti i mali. Gli azzurri sono stati perfetti per 60 minuti, mentre dopo il gol subìto e i tentativi falliti da ambo le parti si è avuta l’impressione che la gara potesse chiudersi o, peggio, riaprirsi completamente da un momento all’altro. Per capire meglio se i progressi in terra scaligera – alla luce degli interventi della società nel corso della sosta – si riveleranno fruttuosi o una chimera è necessario attendere le prossime due gare che, per ovvi motivi, non potranno essere sbagliate.
Riccardo Cerino