Oggi è il turno della squadra, De Laurentiis mette sotto tutela Garcia

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Aurelio De Laurentiis è riuscito nell’impresa di sublimarsi. Ha i modi di fare di un regnante della Roma antica, che riunisce in sé anche cariche minori alla propria per accrescere ed espandere la sfera d’influenza personale. Il concetto di proprietà lo assiste senza timori di congiure e rivolte, non è di certo della res publica che si parla, ma di semplice calcio. Un ambito in cui, comunque, inquadrarlo soltanto come presidente quasi ne ridimensiona i poteri. Ad esempio diverse questioni, normalmente attinenti alla direzione sportiva, sono gestite in prima persona, come i rinnovi di contratto più delicati. Gli agenti sanno di doversi interfacciare con lui per gli incontri decisivi. I termini, economici e temporali, sono dettati dalla sua viva voce e le figure che popolano l’organigramma societario sono tenute ad allinearsi a criteri già stabiliti minuziosamente. La tendenza non è di certo nuova ma di recente, complice anche un’estate dai grandi cambiamenti, si è consolidata.

 

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Vigilanza quotidiana Il periodo di crisi che si è aperto dopo la vittoria dello scudetto e un avvio di stagione discontinuo lo ha portato a reinventarsi ancora, a scendere in campo nel senso letterale dell’espressione. Da giorni è al fianco di Rudi Garcia durante le sedute di allenamento, ne supervisiona il lavoro, fa da garante al regolare svolgimento delle sessioni di lavoro. L’occhio del padrone ingrassa il cavallo, s’è sempre detto in fin dei conti. E se l’allenatore, essendo solo, è più facile da sostituire, non vuol dire che i giocatori non siano altrettanto sotto osservazione. De Laurentiis li ha chiamati a rapporto e motivati, invogliandoli a ricompattarsi in nome di un interesse comune, alla maniera di un team manager, e li scruta nel quotidiano. È attento nell’indagare le dinamiche e gli equilibri che si sono incrinati nelle ultime settimane, non vuole che gli sfugga nulla della sua azienda. Nessuno la conosce meglio di lui, nessuno dunque può prendersene cura con la più adeguata perizia e la maggiore cognizione.

 

Le regole del principe Saranno, dunque, nuovamente i calciatori i suoi prossimi interlocutori. Sono previsti degli incontri, utili a ridefinire gli obiettivi, tra l’avvertimento e la motivazione. Garcia è a rischio, ma non deve essere in alcun modo sabotato. L’affronto sarebbe insopportabile. Così, a pochi giorni dalla ripresa del campionato, all’alba di due cicli delicati di partite, il presidente parlerà nuovamente alla squadra, che oggi si ritrova al completo dopo la diaspora delle nazionali. Li aspetterà, come un genitore severo, già all’interno del centro sportivo, dove ormai ha trasferito i suoi uffici. Ha traslocato dal Quirinale al Litorale Domizio, ieri ha aperto lui i cancelli del centro d’allenamento a Castel Volturno arrivando di buon mattino prima di tutti. Il dialogo con il tecnico francese è stato ristabilito, da esperto professionista del settore è consapevole dei rischi a cui è esposto se i risultati non lo supportano. La fiducia sarà invece più difficile da ricostruire, ma non è necessario. Machiavelli diceva che l’ideale, per un principe, è essere amato e temuto contemporaneamente, poiché però è difficile unire i due sentimenti, rende molto più sicuri e saldi il rispetto dell’autorità, e questo vale per tutti. Le posizioni di ogni componente sono state ribadite con chiarezza, con i fatti e con le parole: a Garcia e alla squadra l’arduo compito di ritrovare la strada maestra, nel più breve tempo possibile. Fonte: Gazzetta

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