La vita del difensore brasiliano è cambiata in due settimane. Natan: «Napoli, ora sei la mia Rio»

«La Champions? Sensazione unica L’avevo vista solo nei videogiochi...»

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Un mese fa Natan Bernando de Souza, per tutti semplicemente Natan, era considerato una sorta di uomo (difensore) del mistero: al 20 settembre, giorno dell’esordio del Napoli in Champions a Braga, aveva collezionato 7 minuti. Uno. entrando all’89’ al posto di Zielinski, più 6 di recupero. Poi, Bologna: titolare. E l’Udinese, il Lecce, il Real Madrid, la Fiorentina: ancora titolare. Da invisibile a punto fermo della difesa insieme con Ostigard, capitalizzando l’occasione creata dalle contemporanee assenze per infortunio di Rrahmani e Juan Jesus. Quattordici giorni da leone, dal 24 settembre al Dall’Ara alla notte con la Viola di una settimana fa al Maradona. Amara, anzi amarissima, ma dal punto di vista del difensore brasiliano anche la fine di un primo mini ciclo quasi inimmaginabile fino a poco tempo fa. «L’esordio in Champions non riesco a spiegarlo…».

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Contro il Real, poi. «È stata una sensazione incredibile. L’avevo vista nei videogiochi e ora invece ho l’opportunità di giocarla. Di sentire la musica prima della partita».

Niente male, davvero. Le difficoltà sembrano così lontane. Tanto che Napoli, ormai, è quasi come casa: «Questa città mi piace perché mi ricorda molto Rio de Janeiro».  

VIVA L’ITALIA. Eppure il trasferimento dal Bragantino, Stato di San Paolo, Brasile, la sua vera casa, non è mica stato così semplice: catapultato a 22 anni in una realtà tutta nuova, esigente, campione d’Italia, per sostituire nientemeno che Kim. L’inizio è stato complesso, cinque panchine di fila e appena qualche minuto alla quinta occasione, ma poi è arrivata la svolta.

«La Serie A è un campionato molto competitivo dal quale dovrebbero passare tutti. Soprattutto i difensori: ti fa migliorare tantissimo».

Un bel momento dedicato a papà. «Mio padre mi ha sempre incoraggiato tantissimo, sin da piccolo: è il mio idolo, mi ha insegnato lui a giocare anche se non era un professionista. Thiago Silva, invece, è la mia ispirazione, il mio modello. Il calcio è semplicemente la mia vita e i miei genitori e i miei fratelli le mie fondamenta: a dicembre verranno in Italia e resteranno con me per un mese».

BRASIL. Per il momento un po’ di Brasile l’ha trovato nel calcio a 5 con Diego Mancuso, giocatore carioca del Napoli Futsal e poi un amico per cui tifare dalla tribuna. A proposito, dicevamo: «Napoli mi piace moltissimo e mi ricorda Rio con il caldo, il mare e tante persone felici». Non resta che ricominciare a vincere da Verona.

 

Fonte: CdS

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