A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Napoli-Fiorentina

Approfondimento su Napoli-Fiorentina

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Napoli e Fiorentina hanno terminato questo lungo tour de force che le ha viste impegnate per ben sette volte negli ultimi ventuno giorni.

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Si è giocata ieri sera alle 20:45 presso lo stadio “Diego Armando Maradona“di Napoli la gara tra gli azzurri di coach Rudi Garcia e la Fiorentina, valida per l’ottava giornata del campionato di serie A. La fida, bella e vibrante, ha visto i viola imporsi in trasferta col punteggio di 3-1 mettendo in evidenza tutti i limiti del Napoli.

Ecco, di seguito, i principali spunti del match:

  • Il tecnico alfa: proprio non ci riesce Rudi Garcia a mettere da parte il suo orgoglio per il bene della squadra, della società, dei tifosi e soprattutto per sè stesso. Sono abbastanza sicuro che lui avrebbe fatto giocare Mario Rui contro la Fiorentina per quanto dichiarato in passato (apprezzandone le sue qualità in costruzione). Ma le parole del procuratore del portoghese, abbinate alla voglia di voler rispondere a tutti i costi a chiunque e comunque ci hanno restituito Olivera ancora una volta titolare. Come con Osimhen (sostituendolo inspiegabilmente ancora una volta a quindici minuti dalla fine) ha voluto dimostrare chi comanda fino alla fine, ma la sua posizione non è affatto solida.

 

  • Il cambio modulo: il Napoli in questo momento storico, ma probabilmente anche nelle due stagioni precedenti, soffre di un problema chiamato “equilibrio“. Vuoi che alcuni calciatori non siano ancora al massimo della forma, vuoi che la squadra non abbia gli stessi automatismi di un anno fa quello che è certo è l’enorme distanza tra tutti  i reparti. E allora personalmente credo che anche il tecnico francese debba capire che passare a un centrocampo a due in questo momento non è affatto proponibile perchè si va in sofferenza nei duelli. Eventualmente si decida di sfruttare gli onerosi investimenti Lindstrom (RIPETIAMO TUTTI INSIEME NON E’ UN ESTERNO!) e Raspadori perchè non testare a partita in corso il passaggio al 4-3-2-1?

 

  • La lezione tattica: ieri al Maradona abbiamo assistito alla sfida tra due tecnici che si sono in qualche modo contesi la panchina del Napoli. E’ inutile nascondere che a mio avviso Vincenzo Italiano sarebbe stato la perfetta soluzione per proseguire un determinato discorso tecnico-tattico. I buoni rapporti tra le due società (e la volontà del club partenopeo che fosse l’allenatore siciliano a fare il primo passo col suo club) hanno portato poi alla scelta Rudi Garcia. Ieri si è vista una netta differenza nell’organizzazione e compattezza della squadra a favore del tecnico della Fiorentina, bravissimo anche nell’agevolare l’inserimento dei nuovi giovani arrivati in estate. Peccato non poter dire le stesse cose del povero Garcia, sempre più ossessionato a trovare un posto (non importa in che zona del campo) a Raspadori che a fare il bene della squadra. A un quarto d’ora dalla fine effettua quel triplo cambio finale, come già successo anche in passato, che non ha alcuna logica calcistica.

 

  • La consapevolezza: allontaniamoci un attimo dalla questione Garcia si-Garcia no. Non è il momento per nessuno di cercare rivincite personali del tipo “io lo avevo detto prima” perchè non serve alla causa azzurra. Piuttosto in casa Napoli deve crescere la consapevolezza che questa sarà una stagione dove per arrivare tra le prime quattro non saranno ammessi ulteriori passi falsi. Già perchè se la buona notizia è che nessuna squadra riesce per ora a scappare via come i partenopei un anno fa, quella pessima è che quest’anno la lotta Champions sembra coinvolgere ben otto formazioni e il Napoli fin qui ha già perso due scontri diretti su due, entrambi in casa.

Articolo a cura di Marco Lepore

 

 

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