Per farsene un’idea, basta orientarsi attraverso Wikipedia: se ne esce un po’ confusi ma egualmente divertiti, magari pure appagati. E allora, in ordine di comparizione, sarà l’algoritmo, vai a capire questo modernismo: ce n’è uno all’Unione Europea e un altro al Dipartimento delle Politiche Europee; e poi, a seguire, ce l’hanno pure all’Università di Teramo; sembra sia esistito – magari sta ancora lì – alla Cgil; e però, ops, girellando sull’enciclopedia che va assai di moda, non c’è traccia del Napoli.
Che il suo Consiglio dei Saggi l’ha istituito, perché a Garcia piace questa gestione democratica e condivisa del tempo, una chiacchierata per annusare l’aria o semplicemente per scambiarsi un’opinione. In queste vicende, si sa, c’è sempre un pizzico d’enfasi, che poi forse sarà leggerezza, però ad un certo punto s’è sparsa la voce che ci fosse pure Osimhen nel conclave e, con il rispetto assoluto che si deve ad un bomber da trentuno gol e da duecento milioni circa, sarebbe rimasto – fosse stato vero – il sospetto di un equivoco.
Poi sono cominciate a circolare le ipotesi, ognuno ne ha una – anche nei giornali, ci mancherebbe – e dunque s’è provato a interpretare, con l’ironia di Garcia che vuole vedere fin dove si spinge la fantasia altrui per inseguire la sua: dunque, in questo benedetto Consiglio dei Saggi (per la Treccani: riferito a persona, che ha e rivela, nel comportamento, nel giudicare e nell’operare, oculato discernimento, moderazione e una conoscenza delle cose acquisita soprattutto con la riflessione e l’esperienza) ci sarebbe soprattutto, esclusivamente, la colonna vertebrale della rifondazione, uomini che hanno un passato fatto e finito (Zielinski, Meret e Mario Rui per longevità); una personalità solida in una squadra che a volte pare “liquida” (Rrahmani e Juan Jesus); e infine i leader, e sì ci vogliono, il capitano (Di Lorenzo) e uno dei personaggi più autorevoli, peraltro assai vicino all’allenatore per averlo conosciuto in epoca non sospetta (Anguissa).
Sarebbero – non si scherza in assenza di ufficialità – in sette, un quarto o poco meno dell’intero organico, qualche grande vecchio (il più anziano è Mario Rui, trentadue anni, che batte per due settimane Juan Jesus), comunque gente che riempie una logica, non asseconda neanche il manuale Cencelli, perché più o meno sono tutti titolari, almeno dello spessore che gli va riconosciuto. S’immagina che, avendo esclusivamente potere consultivo e nessuna possibilità d’avventurarsi in delibere, al CdS (Consiglio dei Saggi) venga riconosciuto il sacrosanto dovere di esprimersi sulla natura degli errori – perché si prendono spesso imbucate? – o magari di sdrammatizzare soavemente – è possibile andare sul dischetto del rigore ricordandosi che esiste anche in quel caso un CdR (Consiglio del Rigore) secondo gerarchie? – e magari anche illuminarsi per scacciare la cupa espressione di Osimhen – CdB (Consiglio del Buon umore).
E però, volendo giochicchiare con l’argomento, in attesa che Garcia renda noto, così per assecondare la legittima curiosità, i componenti del collegio, un aspetto balza agli occhi: in questo consiglio ristretto, ci sono (ci sarebbero) un portiere, quattro difensori e due centrocampisti: neanche un attaccante, il più saggio dei calciatori, quello che in genere rimuove qualsiasi assemblea con un gol e salva il consiglio. Fonte: CdS