Di sicuro i problemi tra Ancelotti e il gruppo gestito qualche anno fa andavano al di là del terreno di gioco, spesso erano ad personam. Il tecnico, scelto personalmente da De Laurentiis, si scontrò con i malumori di uno spogliatoio che non era affatto quello che voleva sembrare. Antonio Corbo, facendo un salto nel passato, ne scrive su Repubblica: “Insigne non poteva contestare Ancelotti, un gigante della panchina. Ma strisciante l’opposizione per Davide, vice allenatore che Carletto vuole sempre accanto a sé. La squadra ferma alla rivolta del 5 novembre, livori e gelosie interne. Allenatore Gattuso, che per due anni fallisce la Champions. Allan non perdona di aver fallito il passaggio al Psg per il mancato accordo tra società, Insigne capitano non tollera i 5 milioni di ingaggio a Lozano. Ma c’è di più. Il Primo Maggio di quell’anno in casa Ancelotti fu programmato il Napoli dello scudetto, la grande illusione. Al Parco Matarazzo c’è Mino Raiola che si impegna a trovare un grande club ed un superingaggio per Insigne. Ma Raiola lascia Insigne ai suoi sogni, trovando però il tempo per piazzare a Napoli i superquotati Lozano e Manolas”.