Garcia/Conference – Il Mister: “Complimenti ai ragazzi ma anche ai nostri tifosi, a chi viene in trasferta e spende dei soldi”
Miracolo, miracolo! E tra il serio e il faceto, dopo essere uscito dalla bolla, il Napoli è tornato: ha impiegato sei giorni per riemergere dalla cupa sera di Bologna, dai dissidi (pubblici) tra Osimhen e Garcia, da un calcio che non gli apparteneva appieno, dall’eco d’una polemica social, e l’ha fatto a modo suo, con l’eleganza e l’autorevolezza che rappresentano il poster della rinascita.
«Ma noi avevamo fatto bene anche a Bologna, dove abbiamo sbagliato un rigore e colpito un palo. Ed abbiamo rifatto qui a Lecce quello che volevamo fare: giocare per vincere».
Quando ormai pare che la luna di miele stia per ricominciare e il Napoli può specchiarsi in se stesso, nel suo passato, Rudi Garcia dimentica i tormenti esistenziali che pure ha vissuto, le difficoltà di vincere con la Lazio, con il Genoa e al «Dall’Ara», e sceglie nemici tra le ombre («forse non stavo simpatico ai media»): il calcio, scienza spesso esatta, ha risistemato il «suo» Napoli al centro del villaggio, l’ha addobbato di quel talento a cui è stato restituito ruolo e naturalezza, e si è adagiato tra le prime quattro, dove voleva stare, dove dovrebbe vivere a prescindere. «Ci è mancata la continuità. Io ho semplicemente dato sicurezza ai calciatori. Abbiamo conquistato due successi e ora inseguiamo la terza in campionato con la Fiorentina. A Lecce abbiamo anche gestito bene». E segnato in fretta, e fronteggiato il turnover con Osimhen fuori, ed esaltato Kvara e un Anguissa stellare, e ringraziato la panchina, che si è alzata ed ha colpito: «La rete su punizione è merito del mio staff, che aveva studiato un modo per colpire il Lecce, e di Ostigard, professionista esemplare che ho voluto tenere qui a tutti i costi. Il resto è un premio per chi è entrato ed ha risposto come si deve. Le rotazioni sono necessarie, giochiamo ogni tre giorni e non si può correre il rischio di infortunarsi».
Il Napoli è tornato, ha ricominciato a rendere semplici le cose complicate («abbiamo battuto un Lecce che sta facendo benissimo; siamo stati più forti, ma per loro non cambia niente») e adesso può avvicinarsi al Real Madrid con un ottimismo che sembrava sparito: «Cominciamo a pensarci immediatamente, appena il tempo di gustarci questa vittoria che non ci cambia: noi restiamo quelli di sempre, convinti che ci sia da lavorare per migliorarsi».
CALMA. Da mercoledì a sabato, o da domenica sera a Lecce, il Napoli è entrato in un corpo nuovo: e dopo lo 0-4 di Via del Mare, in quell’orizzonte che induce legittimamente a sognare, Rudi Garcia spruzza un pizzico di buon senso o di cautela o di prudenza, qualcosa che aiuti a fronteggiare i rischi del calcio, un perfido e subdolo «nemico» da combattere con equilibrio: «Speriamo che continui questo momento ma sarà necessario essere misurati. Capisco che ci sia euforia dopo due affermazioni del genere, ma noi dobbiamo restare in fiducia ed essere misurati. I ragazzi danno tutto in campo. Complimenti anche ai nostri tifosi, a chi viene in trasferta e spende dei soldi. Noi siamo più forti con il loro sostegno. Stanno vedendo un Napoli che gioca e vince». Che ha smesso (pare) di convivere con i fantasmi.
Fonte: CdS