CdS – Il 2-2 a Marassi ha un retrogusto amaro per chiunque, per Gilardino che ci ha creduto, per Garcia che è rimasto sul ciglio del precipizio
A Genova il Napoli ha rimediato solo un pareggio, dopo una gara giocata almeno per settanta minuti al di sotto delle possibilità, e delle aspettative che chiunque aveva riposto nella squadra campione d’Italia. Ma questo risultato, come sottolinea oggi il Corriere dello Sport, non esalta nessuna delle due squadre. “Quando Genoa-Napoli va in archivio e quel 2-2 è un balsamo sulle ferite di Rudi Garcia, il sospetto che l’incantesimo si sia spaccato è palpabile e nell’aria, intorno ai campioni d’Italia, c’è pure un velo di malinconia: 70′ minuti pallidi, tirando praticamente mai, rappresentano un segnale e proprio mentre sembra che il primo processo stagionale stia per cominciare, il talento di Raspadori e Politano scioglie le giurie. Ma il Napoli che esce da Marassi è già a distanza siderale da se stesso, da quella squadra che per un anno ha incantato ovunque: e il Genoa, incredulo per l’epilogo, può egualmente sentirsi fiero di sé, per averlo fatto vacillare ma brutalmente sino all’84′. Il 2-2 che ha retrogusto amaro per chiunque – per Gilardino che ci ha creduto, per Garcia che è rimasto sul ciglio del precipizio – è la sintesi di due partite diverse e però eguali, vibranti e feroci come il coraggio dei rossoblù o anche orgoglioso come la reazione caratteriale di quel gruppo che soltanto un anno fa le ha battute tutte, nessuna esclusa. Il Genoa ha sognato di vincerla con il cuore, ma mica solo con quello, che ha spinto Bani e Retegui a scappare via; il Napoli l’ha riafferrata con piedi fatati, quelli di Raspadori e Politano, capaci di rialzarsi e liberarsi dall’incubo”.