Non è che tutto d’un tratto le certezze devono svanire nel nulla. È una sconfitta bruciante e per certi versi anche meritata per gli imbarazzi difensivi mostrati nella ripresa al cospetto della Lazio che aveva costruito la partita sugli spazi che Garcia avrebbe concesso. Un ko che non mutila la forza di una squadra che ieri sera è caduta in piedi. L’unica cosa che brucia è che dopo 35 giornate il Napoli va a dormire senza essere primo in classifica.
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Garcia, il Napoli non era partito male. O no?
«Il primo tempo è stato a nostro favore, giocato ad alto livello, come sappiamo fare noi. Ma la verità è che quando c’è un dominio così, devi fare gol, magari anche più di un gol. Perché quando giochi con squadre che hanno attaccanti veloci, è chiaro che ti possono poi mettere in difficoltà. Ed è quello che è successo nella ripresa. Quando abbiamo palleggiato di meno, abbiamo avuto fretta per pareggiare, e le cose non sono andate così bene. La Lazio ci ha fatto una trappola, noi sapevamo che l’avrebbero fatta ma non siamo riusciti a pareggiare. Bravi loro anche perché noi abbiamo inquadrato troppo poco la porta. Ma è importante per i miei capire che quando non si può vincere bisogna almeno non perdere».
Forse la squadra un po’ lunga?
«Noi non stiamo ancora al 100 per cento, molti non sono al meglio, Kvara non ce la faceva a fare tutti i 90 minuti. Poi ora conta il futuro ovvero che tutti i nazionali tornino senza avere problemi, al 100 per cento. Per me ora la testa è già alle prossime partite, quelle che vanno giocate ogni tre giorni. Cominciamo con la prima: inizia la maratona, dobbiamo prepararci al meglio. L’ho detto l’altro giorno che non eravamo ancora al top: ma presto lo saremo».
Cosa ha pesato di più in questa prestazione?
«Tutti nella ripresa sono stati al di sotto del proprio livello. Chi entra in questa squadra può pagare prezzo, ma non sono stati loro a rendere di meno. Non siamo stati in grado di giocare con la stessa precisione e con lo stesso ritmo. Però, attenzione: non buttiamo via tutto solo perché abbiamo perso. È un inizio stagione che resta buono, ma ora bisogna prepararsi alla prossima. Stiamo inserendo Mario Rui e Lindstrom. La difesa? Nei duelli difensivi potevamo fare meglio, ovvio, quando dai munizioni agli avversari il rischio è quello che tutti hanno visto. Ma si difende in undici, tutti insieme…
Cosa brucia di più in questa sconfitta?
«Brucia aver perso il filo della partita nel secondo tempo. Ecco, non me lo aspettavo. Non c’è una sola ragione, il secondo gol ci ha fatto male psicologicamente, eravamo meno brillanti rispetto all’inizio. Ma è stato un insieme di cose. Avremmo potuto riaccendere la fiamma con le occasioni che abbiamo creato, ma non siamo stati bravi a fare gol. Non mi cambia la vita se abbiamo perso, per questi 45 minuti della ripresa in cui non abbiamo fatto bene. Andiamo avanti».
Mancato il miglior Osimhen?
«Anche lui nel secondo tempo ha avuto il calo degli altri, è stato al livello della squadra. Perché siamo tutti uniti. Nel primo tempo non ha avuto situazioni clamorose, le hanno avute gli altri, ma lui è sempre un peso, fa pressione sui due centrali, crea situazioni enormi nessuno. Ma non è stata la difesa a perdere, non è stato Osimhen: poi c’è stata anche la fretta per pareggiare ma avevamo tutto il tempo per farlo. Invece non lo abbiamo fatto abbastanza. Se non ci siamo riusciti è colpa anche mia».
Come si reagisce?
«Dovevamo prendere dei rischi, lo abbiamo fatto dopo il 2-1. Non sono deluso: bisogna saper accettare che a volte le cose non vanno nella direzione che uno vuole. Poi loro avevano zero punti, c’era una certa pressione, due partite zero, siamo caduti nella trappola anche se sapevamo cosa avremmo incontrato. Succede. Ma ci rialzeremo subito».