75 milioni di euro. Più altri di 10 di bonus eventuali con le consuetudini del calcio moderno che tuttavia spostano la lancetta dell’eventualità molto più verso i contorni della certezza. E dunque 85 milioni per il volo Bergamo-Manchester, sponda United: passeggero Rasmus Hojlund, ventenne centravanti danese fino a qualche ora fa in forza all’Atalanta.
Numeri buoni ma non trascendentali se confrontati ad altre esperienze: senza eccedere in paralleli romantici, che avrebbero solo il gusto della provocazione e pochissimo senso, come dire ad esempio che Riccardo Zampagna all’esordio in A di gol ne aveva segnati 12, peraltro giocando tre gare in meno, basterebbe confrontare il presente. Vlahovic, Osimhen, Lautaro Martinez per dirne tre. Calciatori che valutazioni (e ipervalutazioni) se le sono conquistate a suon di gol e anche risultando decisivi, come nel caso di Lautaro e Osimhen. Vlahovic è arrivato per 80 milioni alla Juventus dopo aver segnato 49 gol a Firenze.
E Lautaro in cinque stagioni all’Inter ha segnato 100 gol che sono valsi uno Scudetto, due Supercoppe italiane, 2 Coppe Italia e in mezzo la vittoria della Coppa America e del Mondiale con l’Argentina. Osimhen con 26 gol in campionato è riuscito, essendo assolutamente determinante, a vincere lo scudetto a Napoli dopo 33 anni: per lui De Laurentiis ha chiesto una cifra vicina a 180 milioni, giudicata “fuori da ogni logica” da potenziali acquirenti come Uli Hoeness presidente onorario e membro del consiglio di amministrazione del Bayern di Monaco. E sì, probabilmente 180 milioni sono una cifra fuori da ogni logica per un calciatore, chiunque esso sia. Giudizio che però, a parità di valutazione, dovrebbe ricadere a cascata su molti altri, a partire proprio da Hojlund.
Fonte Il Fatto Quotidiano