Rivoluzione milanese con vista sul Tricolore

Per lanciare l'assalto al Napoli, le milanesi avviano una rivoluzione, indotta o voluta. L'Inter deve completarsi con un goleador, il Milan è quasi al completo, solo il campo emetterà il suo verdetto sulle scelte operate.

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Come l’Inter nessuno oggi, se non fosse per l’attaccante mancante. Non c’è un’altra squadra italiana che trasmetta la stessa impressione di forza e di continuità. Abbondanza sulle fasce e a centrocampo, nonostante il distacco da Brozovic. Solidità in difesa, aspettando Sommer, il portiere esperto che ancora non c’è. L’Inter è matura per lo scudetto, sulla spinta della finale di Champions, una botta di autostima. Nell’amichevole di ieri, per quanto estiva e contro un avversario inferiore come l’Al Nassr, colpiva quanto la squadra palleggiasse a ridosso dell’area altrui, per una specie di costruzione dall’alto. Frattesi si è subito mostrato per quello che è, un incursore attaccante aggiunto. Cuadrado sembrava una macchina spara-cross. Neppure Thuram è dispiaciuto, per le progressioni con tecnica incorporata, però il francese dovrà attaccare la porta con maggiore cattiveria. Lautaro farà la sua parte, ma un cannoniere da solo non basta. Se Thuram mostrerà il killer instinct e se Marotta e Ausilio prenderanno un centravanti di altrettante reti, l’Inter sarà la candidata forte. Il nuovo Milan a conduzione Furlani-Moncada, senza più Maldini e Massara al comando, si è messo in marcia verso la nuova frontiera dell’Ovest. Ha sacrificato Tonali per rifare la carovana: Loftus-Cheek, Reijnders, Pulisic, Chukwueze, Okafor, e non è finita. Nessuno fin qui ha rivoltato la squadra quanto il Milan. Pioli ha ricevuto in dono gente di muscoli e di gamba. Ci aspettiamo che la squadra ricami di meno e che usi di più la clava. La classica domanda estiva – quale può essere la squadra sorpresa? – chiama una risposta facile, il Milan, ammesso che si possa considerare outsider un club che ha vinto lo scudetto nel 2022. La rivoluzione in corsa autorizza il cambiamento di prospettiva, il nuovo Milan ha tutto per stupire. Si  ravvisa una sola perplessità, legata al vice-Giroud. Okafor è un centravanti atipico, troppo “universale” per immaginarlo come numero 9 classico, ma è una sensazione, magari saremo smentiti dal campo. Sono rimasti Hernandez e Leao, sono arrivati rinforzi “energetici”. Tonali val bene una rivoluzione. Ci aspettiamo un Milan ribelle.

 

 

 

 

 

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