DIMARO FOLGARIDA Come nel film “Highlander” ne resterà uno solo: Coli Saco. Come previsto in queste ore la rosa di Garcia perderà tutti i petali iniziali, quelli teneri e più soavi. La regola è che devono giocare e quindi verranno girati presto in giro tra serie B e C. Missione compiuta: dovevano completare il gruppo e lo hanno fatto. E allora ciao ciao a Cioffi (che andrà al Gubbio), Vergara (alla Reggiana), Marchisano (alla Pro Sesto), Spavone (alla Pro Vercelli) mentre con Ambrosino mancano pochi dettagli perché vada al Catanzaro. Ambrosino è un veterano anche della Nazionale perché è stato convocato da tutte le varie Under. E ha disputato anche il Mondiale under 20. Ma lì in attacco c’è super-abbondanza.
Meglio andare altrove. Va via anche uno di quelli che più ha colpito Garcia, ovvero D’Agostino (destinazione Monopoli) e poi tutti i più piccoli: Russo, D’Avino, Turi, Obaretin, Iaccarino, Marranzino e così via che sono destinati a giocare nel settore giovanile del Napoli che proprio ieri ha annunciato il nuovo tecnico della Primavera, Andrea Tedesco.
E così ieri, per salutare l’allegra brigata, i big hanno alzato i calici (d’acqua) e fatto un brindisi in loro onore. Tutti ragazzi che adesso iniziano la seconda parte della loro estate, perché raggiungeranno i ritiri delle squadre dove giocheranno. Garcia voleva vedere e capire se qualcuno ha davvero le qualità per poter fare subito il salto in avanti. Certo, a vederli muoversi sul campo di Carciato, stupisce che questa allegra brigata sia retrocessa nel campionato primavera. Perché hai voglia di puntare il dito sulla cantera che non c’è: De Laurentiis – alla sua maniera – ha un bel gruppo di giovani talenti che stanno crescendo.
Evidente che il divario con i campioni della prima squadre è troppo ampio. Ma il Napoli ha seminato bene in questi anni, come mostra questa generazione che adesso se ne andrà sparpagliata in prestito per l’Italia. Ancora per poco, però: se la Uefa imporrà la riduzione dei numeri dei prestiti, il Napoli dovrà seguire le orme tracciate già da Juventus e Atalanta, con la seconda squadra, una Under 23, da iscrivere alla Lega Pro. Un progetto che è già nella mente di De Laurentiis. A conti fatti, è stato anche il loro ritiro. Per molti dei giovani potrebbe essere anche un’avventura unica, di quelle da poter cristallizzate nei ricordi di un calciatore.
STELLE EMERGENTI
Un metro e 97 centimetri. È questa l’altezza di Coli Saco. Come si può non accorgersi di lui? Pure Spalletti lo aveva notato e lo aveva convocato in quel famoso Juventus-Napoli pieno zeppo di casi di Covid. Solo che pure lui risultò positivo all’ultimo test. 21 anni appena fatti, per Garcia è lui quello pescato tra i giovani. Quel “uno lo trovo sempre” di cui il tecnico francese ha parlato in conferenza. Forse, lo hanno aiutato anche le origini. Viene dal Mali la sua famiglia, ma lui è nato a pochi chilometri da Parigi. Ha giocato nel Le Havre prima e poi nel Sochaux-Montbeliard.
Altezza, fisico e gioco aereo a centrocampo. Se ne accorge il Milan, ma non fino in fondo: tant’è che invece di fargli il contratto, lo mandano via. Il Napoli gli offre una cosa di cui aveva disperato bisogno: un nuovo inizio. Koulibaly e Malcuit lo adottano e spesso sono loro a portarlo in auto quando i ragazzini sono chiamati a Castel Volturno per dare una mano. Classe 2002, ben strutturato fisicamente, un profilo che l’area tecnica azzurra individua come mediano. Dunque, una specie di alternativa ad Anguissa a voler scrutare l’orizzonte.
Nell’ultima stagione ha giocato in Lega Pro, nella Pro Vercelli: Mantovani e Micheli hanno fatto numerosi report legati alla sua crescita che hanno trovato conferma nel giudizio che anche Garcia con il suo vice Claude Fichaux e l’altro suo braccio destro Stephane Jobard hanno dato su tutti i giovani che si sono allenati in questa prima settimana. Tutti voti alti, ma una unanime considerazione: devono giocare con continuità. In B o in C, non importa, ma devono capire che cosa è la tensione di una partita. Coli Saco? Piano piano, ma Garcia ha voglia di vederlo ancora. Magari qualche altro giorno qui ad allenarsi con i “grandi”. Ed è tutta un’altra storia, c’è poco da dire.
Fonte: Il Mattino