Da contestato a star, De Laurentiis un anno fa girava con la scorta, adesso firma autografi

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Il grande giorno di Aurelio De Laurentiis, in attesa che arrivino le stelle azzurre il palcoscenico è tutto per il presidente. Che al mattino – dopo l’applaudito ingresso in campo di Garcia con la squadra – attira su di sé le attenzioni dei tifosi che riempiono la Ski.it arena compiendo un intero giro della pista per salutare e raccogliere gli osanna dei propri tifosi. Alla fine dell’allenamento il presidente si sottopone anche alle firme degli autografi su magliette e fotografie che la tifoseria gli propone. Come una star. Bacchetta qualche tifoso: «questa maglia è pezzottata…». Poi mostra i muscoli per un ritiro iniziato con un botto di presenze: «Gli organizzatori mi dicono che è stato battuto il record. Ma questo Napoli ogni anno è da record. Lo è la città e quel mondo partenopeo che trovi in tutta Italia e nel mondo. Siamo una grande forza».

 

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Un anno fa Parlare di rivincita sarebbe eccessivo, ma viene da sorridere a pensare al clima che si respirava un anno fa: stesso campo, stessa Val di Sole. Allora imperversavano gli #A16, dal nome dell’autostrada Napoli-Bari che invitavano il presidente a prendere la via per il capoluogo pugliese, lì dove la famiglia possiede l’altro club, in serie B. Il clima era talmente pesante che il presidente non partecipò a nessuna uscita pubblica del Napoli. Lo Sport Hotel Rosatti, sede del ritiro, era una sorta di prigione dorata per il produttore cinematografico che da lì chiuse il colpo Kim Minjae, dopo la cessione dì Koulibaly, e impostò la trattativa col Sassuolo, poi conclusa il mese successivo, per acquistare Raspadori, l’operazione più costosa su un calciatore italiano. Per rilassarsi ogni tanto faceva un idromassaggio nella terrazza della sua splendida suite. Qualche uscita la faceva solo al mattino presto, per fare jogging, e comunque scortato. Ora fra quelli che lo contestavano c’è anche chi gli ha chiesto scusa. La passione a volte fa brutti scherzi.

 

La veranda Il suo quartier generale per il mercato è proprio qui. Nell’albergo c’è una veranda, una sala riservata dove De Laurentiis consuma i pasti con la famiglia e i più stretti collaboratori, per poi trasformarla anche in studio e pure sala ricevimento. Qui vennero (arrivando in elicottero a Dimaro) gli agenti di Nicolas Pépé, ala ivoriana del Lilla che poi rifiutò l’offerta del Napoli, nell’estate del 2019, per andare all’Arsenal. Sempre qui fu portato furtivamente Gonzalo Higuain, nel 2013, prima di ufficializzarne l’acquisto. Ora insieme all’amministratore delegato Andrea Chiavelli, al nuovo direttore sportivo Mario Meluso, agli scouting Maurizio Micheli (Leonardo Mantovani è atteso per domani) e allo stesso allenatore sta studiando le strategie di mercato. E se ha voglia di pesce fa arrivare uno chef di fiducia con l’adeguata materia prima per una cena da eletti.

 

M. Nicita (Gazzetta)

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