Lopez esordì con Garcia, una trattativa che può decollare subito. Le valutazioni del centrocampista

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Al Velodrome di Marsiglia c’è curiosità quel 30 ottobre del 2016, quando nell’Olympique esordisce un diciottenne dal fisico minuto e la faccia da bambino cresciuto in casa: si chiama Maxime Lopez e l’allenatore che non ha paura di fidarsi di quel ragazzo si chiama Rudi Garcia. In tre stagioni Maxime diventerà un punto di riferimento dei marsigliesi, giocando ben 118 partite con Rudi a guidarlo, prima di essere notato dal Sassuolo e ingaggiato nel 2020. Questo mini racconto vi fa rendere conto perché oggi le strade del piccolo funambolo e del tecnico franco-andaluso possano ricongiungersi per la felicità di entrambi.

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Dichiarazione d’intenti E il centrocampista classe 1997 non si nasconde: «In Italia sto molto bene, amo questo Paese, parlo italiano, e ci sono grandi club e se posso andare in uno di questi sarebbe il top. Mi piace molto anche un club del sud che mi ricorda molto Marsiglia», ha detto alla testata francese Le Media Carré. E non è che di grandi squadre al sud ce ne siano tante per doversi scervellare. Il francese ha annunciato di voler lasciare il Sassuolo: «Ho fatto tre stagioni in Emilia. Ho già parlato con loro del mio futuro, li ho ringraziati perché in un certo senso mi hanno rilanciato e mi hanno anche permesso di mettermi in mostra, ma credo sia arrivato il momento di andare e di puntare più in alto. C’è anche la Premier League e se De Zerbi mi chiamasse per il Brighton potremmo discuterne seriamente. Il Ritorno al Marsiglia? Ci ho pensato più volte, mi piacerebbe tornare ma non devi tornare tanto per. Continuo a chiedermi se sia una buona scelta oppure no». Insomma la strada sembra spianata perché Garcia vorrebbe il suo talento tascabile, e il marsigliese è assai motivato a scegliere i campioni d’Italia. Una trattativa che può decollare direttamente fra De Laurentiis e Carnevali: le valutazioni del cartellino partono da 10 e arrivano a 15 milioni. Con dilazioni di pagamenti e bonus un accordo non è difficile da trovare. Garcia conosce bene le caratteristiche del suo uomo che sa fare il centrale, ma anche la mezzala, il trequartista e persino l’esterno destro d’attacco nel 4-2-3-1. Una duttilità importante per il tecnico che non vuole rimanere ingabbiato in un unico modo di stare in campo, ma ha bisogno anche dell’inventiva dei singoli. Tra l’altro Maxime ha un ottimo ricordo di Napoli perché al San Paolo il primo novembre del 2020 – quando ancora non si chiamava Maradona – segnò il suo primo gol italiano.  Fonte: Gazzetta

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