L’idea del bel gioco accomuna Spalletti e Garcia, le loro squadre sanno giocare a calcio e farlo bene, ma caratterialmente sono diversi: pignoli entrambi, certo, ma molto più allegro e solare Garcia rispetto ai momenti di cupezza di Spalletti che, per sua stessa ammissione, non riesce a godersi fino in fondo la felicità di una vittoria se non con un certo ritardo. Garcia ama le piazze in cui allena, si fa amare dai suoi giocatori e non nasconde la sua felicità. Non è rigido come Spalletti nei dettami tattici, lascia l’estro dei suoi uomini migliori libero di sfogarsi sul campo e il suo curriculum internazionale non è certamente inferiore alle pretese del presidente del Napoli: De Laurentiis vuole rimanere ai vertici del calcio italiano e giocarsi le sue carte in Champions League e Garcia sa come farlo, chiedete a Juventus e City, eliminate dal suo Lione. L’esperienza in Arabia sembrava aprire le porte a una pensione dorata, ma ne è uscito fuori con un’esperienza formativa come la gestione di Cristiano Ronaldo: da includere nel curriculum.
Fonte: Gazzetta dello Sport