Claudio Onofri, allenatore ed opinionista, è intervenuto su Radio Marte in Forza Napoli Sempre condotto da Gianluca Gifuni: “La regola vorrebbe che si scegliesse prima il direttore sportivo, perché è lui demandato a scegliere il suo parterre per prendere giocatori bravi e poi l’allenatore che li valorizzi. Nel calcio, però, a volte tutto funziona al contrario. Io, onestamente, fossi il presidente mi atterrei a queste regole. Tra i tanti nomi fatti per il prossimo allenatore e visto il rinnovamento che c’è in Italia io andrei su un italiano perché, in teoria, ci metterebbe meno tempo a capire chi ha a disposizione ed il modo in cui si deve rapportare anche a livello comunicativo. Poi è chiaro che i nomi che circolano sono di assoluto rilievo. Thiago Motta, per esempio, anche questo nome è girato, lui applica un 4-1-4-1; vuol dire che ci sono 2 ali, 3 centrocampisti e 1 centravanti. Quindi se lo mettiamo su un 4-3-3 è praticamente identico al Napoli di Spalletti. Nel senso che i giocatori devono fare determinati movimenti; calciatori scelti dal direttore sportivo in relazione all’allenatore che hai preso e che ti chiede determinati ruoli. Certo Thiago Motta non è italiano ma possiamo dire tranquillamente che lo è. Premesso che, per me, tutto parte da ds e allenatore. Poi è chiaro che sono i giocatori a determinare il risultato di una gara e quindi spero che il Napoli si tenga Osimhen. Dunque, il direttore è fondamentale perché intuisce le capacità di alcuni giocatori, come per esempio Kvara, Kim e Osimhen, che poi mette nelle mani dell’allenatore che te li valorizza alla grande”