È reduce da sei risultati utili consecutivi con il suo Monza, è l’assoluto protagonista della rinascita dei brianzoli che ha «preso» dall’inferno dell’ultimo posto fino a portarli nel paradiso di una salvezza in A con larghissimo anticipo ed ora punta al decimo posto che è proprio lì ad un passo. Ma sopratutto è l’allenatore emergente che veniva dalla Primavera del Monza quando Galliani e Berlusconi hanno puntato su di lui – il 13 settembre scorso – per sostituire Stroppa (squadra ultima con un punto in sei giornate). Da allora, un’autentica metamorfosi e l’inevitabile vetrina per il tecnico su cui hanno messo gli occhi un po’ tutti e che domani si ritrova di fronte i campioni d’Italia. Per Raffaele Palladino si tratta di una partita speciale non solo perché di fronte c’è la corazzata azzurra fresca del titolo tricolore. Ma anche perché il giovane allenatore è originario di Mugnano, a due passi da Napoli. «Sono felice per la mia città – ha detto di recente Palladino – è bello vedere Napoli così colorata, se lo meritava».
RITORNO E AMARCORD
Il 39enne ex attaccante di Juve, Genoa e Salernitana (con cui segnò ventenne 15 gol alla sua prima stagione in B) domani ritorna in panchina dopo un turno di squalifica che non ha impedito ai brianzoli di pareggiare a Torino contro i granata del suo vecchio mentore, Juric. Domani, però, c’è il Napoli di Spalletti all’U-Power Stadium. «Gli azzurri sono guidati da un allenatore strepitoso che probabilmente ha vinto anche meno di quello che meritava per le sue qualità – ha aggiunto Palladino in una delle sue ultime conferenze stampa – Spalletti ha avuto il coraggio di cambiare giocatori importanti e il merito per questo va anche alla società. Tutto si è incastrato bene, quando si lavora così i risultati arrivano». Per la prima volta Palladino incrocia il Napoli come allenatore. Nella gara d’andata, infatti, gli azzurri si imposero con un perentorio 4-0 al Maradona (doppietta di Kvaratskhelia e reti di Osimhen e Kim), ma sulla panchina dei brianzoli c’era ancora Stroppa.
Domani sarà un’altra partita. Palladino non lo ha detto finora, e probabilmente non lo dirà neppure oggi nella consueta conferenza stampa prepartita, ma è fin troppo chiaro che sogna di fare uno sgambetto ai freschi campioni d’Italia. Magari provando ad approfittare di un possibile rilassamento della truppa di Spalletti, reduce dai festeggiamenti per il tricolore tornato a Napoli dopo 33 anni. Allora Palladino aveva appena sei anni e muoveva i primi passi nella scuola calcio del suo paese (Amici di Mugnano) per poi passare alle giovanili del Benevento fino a grande salto nella Primavera della Juventus. Oggi è l’allenatore emergente sul taccuino di molti club, non solo italiani. Per lui battere il Napoli sarebbe l’ennesima medaglia che proverà a mettere al petto in una stagione da incorniciare.