Ultras del Napoli era presente a Udine nonostante il daspo: la ricostruzione

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Malgrado sottoposto a un obbligo di dimora si sarebbe recato comunque a Udine per vedere Udinese-Napoli e avrebbe anche preso parte – armato di una cintura – agli scontri post partita tra tifosi scoppiati sul terreno di gioco dopo un’invasione di campo scattata quando le squadre erano ancora in campo: è quanto viene contestato all’ultras azzurro di 22 anni per il quale il gip di Nola, in provincia di Napoli, non ha convalidato l’arresto in differita. Il giovane, dopo la notifica della misura cautelare, era stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale. Il giudice, che ha sollevato dubbi sulla sussistenza dei requisiti necessari per l’arresto differito, ha disposto per lui i domiciliari (in relazione a un altro reato per il quale l’indagato risulta coinvolto).

 

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Il 22enne Emanuele Iasevoli, difeso dall’avvocato Emilio Coppola, è accusato anche di avere violato Due daspo: il primo di otto anni emesso dal questore di Firenze il 18 febbraio 2020 e l’altro emesso dalla Questura di Napoli il 2 gennaio dello stesso anno, della durata di cinque anni.
Quanto basta a porre un problema legato a verifiche e controlli: come è stato possibile garantire l’accesso allo stadio, per giunta in una partita particolarmente in vista, a un soggetto per due volte segnalato? Verifiche in corso, probabile che ci sia un accertamento sui biglietti utilizzati per l’accesso nello stadio di Udine. Ma ecco cosa scrive il gip Lucio Aschettino: «Le modalità del fatto denotano una personalità violenta oltre che non rispettosa delle prescrizioni di legge, circostanza che si desume dal fatto che l’indagato ha violato per due volte i Daspo adottati nei suoi confronti».

 

Fonte: Il Mattino 

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