Nel meraviglioso mondo di Osimhen, il mondo stesso si capovolge: lui canta e i tifosi giocano la partita della gloria. Si legge sul Corriere dello Sport: “Victor è l’anima dello scudetto ed è l’anima della festa: è il primo a venire fuori dal tettuccio del bus azzurro per festeggiare con il popolo un titolo ormai scritto ed è l’ultimo a tornare dentro. Ed è ancora lui a invitare Kvara, il suo gemello, a partecipare allo spettacolo: domenica sul tetto di un pullman e domani sul tetto d’Italia. «Cari napoletani, avete aspettato abbastanza: ora tocca a voi!». Come vuoi, Osi.”
Forse ha pensato alle corse a Lagos, all’ acqua da vendere, ai no ricevuti, per questo non esita a prendersi una notte che è già sua, ma non da solo. “In canotta bianca e con una sciarpa del Napoli sulla fronte, un po’ pirata e un po’ scugnizzo: lancia la maglia ai tifosi e comincia a esultare; a cantare e a festeggiare. Poi, tende il braccio a Kvara e lo aiuta ad arrampicarsi, un po’ come accadde in campo dopo il Milan. Loro, i simboli del trionfo. E a vederli così, in mezzo alla gente, è uno spettacolo più bello di un assist e un gol: è il senso del calcio, è il delirio del popolo. E non finisce mica: arrivano Lozano, Elmas, Di Lorenzo, Anguissa, Kim e tutti gli altri. Si passano un megafono. Cantano: la Curva Azzurra.”