Ricorso Juve contro il meno 15: sentenza attesa in serata

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Dovrebbe durare più o meno come una partita di calcio che finisce ai supplementari l’udienza del Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni che affronterà lo spinoso caso del meno 15 alla Juve. Forse ci si può aggiungere il tempo necessario per battere i calci di rigore. Insomma, a metà pomeriggio – il fischio d’inizio è invece alle 14.30 – i giudici delle Sezioni Unite saluteranno tutti e si riuniranno in camera di consiglio.

 

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La sentenza potrebbe uscire già in serata, ma non è scontato. In realtà, l’udienza è cominciata da settimane quando i giudici hanno letto i documenti “madre” del dibattimento, la sentenza della Corte Federale d’Appello e il ricorso della Juventus. Gli interventi nel Salone d’onore del Coni, il palcoscenico dell’udienza, faranno il resto. Da una parte legali e consulenti del club e degli altri incolpati, dall’altra il prefetto Ugo Taucer, procuratore generale dello Sport, che di fatto rappresenterà l’accusa e tutto il lavoro istruttorio condotto in questi mesi dal procuratore federale Giuseppe Chinè e dai suoi collaboratori.

Ultimo grado Il Collegio di Garanzia dello Sport è l’ultimo grado della giustizia sportiva, l’unico fuori dall’alveo federale. Attenzione, meglio usare l’espressione «ultimo grado» e non quella di «terzo grado». Nel senso che dovrebbe trattarsi proprio di una partita a parte: i primi due processi intervengono sul merito, l’ultimo inquadra la questione di «legittimità». Tracciare però un confine categorico è faticoso. Per intenderci, dal punto di vista dei codici sportivi, il Collegio può intervenire solo per «violazione delle norme di diritto» o «per omessa o insufficiente motivazione circa un punto decisivo della controversia che abbia formato oggetto di disputa tra le parti».

 

Tradotto. Ipotesi 1: un sanzionato ritiene che siano stati violati i suoi diritti di difesa, per esempio negando l’accesso a un documento (è il caso per la Juve delle famose “carte Covisoc”). Ipotesi 2: tu Corte d’Appello non mi hai spiegato come sei arrivato a quella decisione (per esempio al meno 15…) e allora ti rispedisco la tua sentenza per una motivazione e magari una pena diversa e logicamente più bassa.

Precedenti Però lo spazio in realtà è più ampio. Nato nel 2014, il Collegio di Garanzia ha riunito le competenze che erano del Tnas e dell’Alta Corte di giustizia. Ed è intervenuto in tante controversie: ricordate la famosa estate in cui il campionato di serie B ballava fra le 19 e le 22 squadre? E la decisione di dichiarare inammissibile il ricorso della Juve contro lo scudetto all’Inter post Calciopoli? E quando, allora i tempi della presidenza di Franco Frattini, già ministro degli Esteri, recentemente scomparso, si decise per una riduzione di sanzione, i 2 mesi a Lotito, per la questione tamponi? Oppure la storia di Juve-Napoli, anche qui piena era Covid: i due gradi federali avevano sposato il 3-0 a tavolino con penalizzazione del club di De Laurentiis, nell’ultimo grado si decise invece di far giocare la partita. Proprio l’attuale presidente, Gabriella Palmieri Sandulli, ha cominciato il suo quadriennio con le decisioni che hanno portato a calendarizzare le partite sospese per le positività al Covid, fra le quali quel Bologna-Inter che avrebbe poi di fatto deciso il destino del campionato.

«Presso», non «del» Ma chi nomina presidente e membri del Collegio di Garanzia? Il consiglio nazionale del Coni su proposta della giunta esecutiva. Ma lo Statuto olimpico precisa che l’organo agisce «in autonomia e indipendenza». Giovanni Malagò lo ha voluto ribadire più volte. Ecco perché si usa l’espressione «presso il Coni», facendo riferimento agli uffici dove si svolgono le udienze, e non «del Coni». Oggi il palazzo H del Foro Italico sarà comunque preso da questa sfida Champions. Sembra una battuta, non lo è.

 

 

Fonte: Gazzetta

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