A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Lecce-Napoli
Approfondimento su Lecce-Napoli
Lecce e Napoli venivano da un brutto momento, coi salenti reduci da sei sconfitte consecutive e i partenopei dalla debacle casalinga col Milan
Si è giocata ieri pomeriggio alle ore 19 allo stadio “Via del Mare” la sfida tra i padroni di casa del Lecce e il Napoli, valida per la 29° giornata del campionato di serie A. C’era molta curiosità intorno ai partenopei, per capire lo 0-4 casalingo contro il Milan (CLICCA QUI PER NAPOLI-MILAN) di cinque giorni prima quanti strascichi potesse lasciare sul prosieguo della stagione. Di fronte però c’era un Lecce chiamato dal suo pubblico a una reazione fortissima dopo i risultati negativissimi degli ultimi due mesi. Alla fine è proprio il Napoli a imporsi per 2-1 grazie a un autogol incredibile di Gallo al 64.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- Il capitano “uomo”: se Spalletti la scorsa estate ha deciso di eleggere come capitano Giovanni Di Lorenzo nell’ultima settimana si è capito bene il perchè. Ripercorriamo il film, post sfida col Milan il terzino destro ha parlato prima ai compagni nello spogliatoio e successivamente davanti alle telecamere mettendoci la faccia. E ieri, al cospetto di un volenteroso ma nulla di più Lecce, è stato l’unico leader in grado di guidare i compagni, togliendo le castagne dal fuoco sia sotto porta (sua la rete del momentaneo vantaggio) che in fase difensiva (sua la diagonale strepitosa che ha evitato il nuovo pareggio giallorosso). GUIDA VERA DENTRO E FUORI DAL CAMPO…
- La limetta: la partita di ieri, sulla carta senza storia, è stata bruttina e davvero tiratissima perchè le due squadre sono scese in campo con un “animus pugnandi” completamente opposta. Un coltello tra i denti affilatissimo per i salentini che avrebbero meritato certamente di più, mentre i partenopei sembravano arrivati in Puglia con una limetta per le unghie come unica arma. Un atteggiamento, sul quale ci soffermeremo più avanti, che ha portato il Napoli a limitarsi a giocate “minimal” in pieno stile Juventus (che sulla capacità di gestire il risultato resta un modello). Ma i partenopei non hanno le caratteristiche per limitarsi a un palleggio passivo e così il Lecce ha iniziato a crederci arrivando sempre per primo sulle seconde palle e nei contrasti fisici. Di buono in una serata così ci sono i tre punti maturati con un “autogollonzo” che sarebbe stato celebrato come merita dalla Gialappas Band.
- Il messaggio chiarissimo: il Napoli con molta probabilità quest’estate potrebbe decidere, di fronte a un’offerta monster, di dire addio al proprio centravanti Victor Osimhen. Giusto così perchè la società deve continuare a rimanere fortemente competitiva ma economicamente sostenibile. Quello che deve essere chiaro anche al più inguaribile tra gli ottimisti, è che però sarà necessario andare alla ricerca sul mercato di un nuovo bomber in grado di non far rimpiangere troppo il nigeriano. La gara di Lecce ha confermato che Raspadori sta studiando per diventare prima punta ma deve essere al 100% della condizione psicofisica e non può fare reparto da solo. Anche Simeone resta un ottimo rincalzo, in grado di incidere e di non far calare la qualità nei venti minuti finali, ma la titolarità resta un fardello troppo pesante per lui. Per cui la palla passa a Giuntoli che a luglio dovrà pescare bene col benestare di De Laurentiis, Chiavelli e Spalletti…
- La passione a pagamento: avevano fatto un passo indietro qualche ora prima per il bene dell’ambiente, ma di fronte alla non priorità sul’acquisto dei biglietti per la trasferta in Champions di mercoledì gli ultrà sono nuovamente esplosi in proteste. Una condizione quella di “tifoso organizzato” che, non si sa per quale motivo, dovrebbe dare dei vantaggi rispetto a un altro spettatore che messosi in coda (fisica o virtuale) rispettando le regole. Un atteggiamento che legittima a pensare come dietro questa battaglia ideologica ci siano nascosti fortissimi interessi economici (bagarinaggio e gestione della festa con tanto di vendita di gadget non originali?). Erano forse gli stessi che in estate accusavano il presidente di non voler vincere e che ora pur di ottenere una fetta della “torta scudetto” preferiscono far mancare il sostegno ai ragazzi. E’ ormai una vera e propria guerra intestina che fa tantissima tristezza, possibile che gli unici veramente preoccupati da questa spaccatura siano i tifosi innamorati della maglia (non saranno ultrà ma posso assicurare in prima persona che si gioisce e si sta male in egual misura per il Napoli) e i calciatori vicinissimi a un sogno mai conquistato sul campo?
- Il braccino: il Napoli visto a Lecce, lo ripetiamo, è un malato che ha preso un antibiotico davvero potente chiamato “tre punti“. Personalmente mi aspettavo una cattiveria agonistica e una voglia di riscattare l’umiliazione della gara precedente che invece non si sono mai viste nel corso dei novanta minuti. Lucio ha parlato di maturità nel non forzare spesso la giocata, ma sa di mentire spudoratamente perchè la squadra ha avuto quello che nel gergo tennistico si chiama “braccino“, ovvero paura di vincere. Già e come potrebbe essere diversamente per una piazza che non ha praticamente mai vinto nulla negli ultimi trentatrè anni e che anzi è spesso uscito sconfitto, non solo per colpe sue (VERO ORSATO??), nelle volate punto a punto. Frughiamo qualsiasi dubbio: non è un problema fisico ma esclusivamente mentale perchè anche chi ha giocato di meno in stagione non è riuscito a brillare e guidare i compagni. Ripeto quello che penso a chiunque mi chieda un parere: la Champions serve per aggiornare i record in termini di piazzamento per il club, lo Scudetto è invece un sogno a portata di mano che manca da troppo tempo a tutto il popolo partenopeo. ORA PIU’ CHE MAI SI DEVE REMARE TUTTI NELLA STESSA DIREZIONE!!!
Articolo a cura di Marco Lepore