Riconoscimento facciale allo stadio: la Lega di seria A vuole la legge e la spinge

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La Lega di A ha preso una posizione netta a poche ore dai fatti di Torino. Oltre la condanna in una nota, l’associazione dei club intende andare oltre: preme per attuare il riconoscimento facciale dei tifosi razzisti. Uno strumento che porterebbe a un’identificazione immediata e al definitivo allontanamento dei colpevoli dagli stadi. Prima la presa di distanza formale: «La Lega condanna con fermezza ogni episodio di razzismo e ogni forma di discriminazione. Pochi personaggi presenti sugli spalti non possono rovinare lo spettacolo del calcio e non rappresentano il pensiero di tutti i tifosi, che per fortuna condividono i valori più alti dello sport. Le società di A, come sempre hanno fatto, sapranno individuare i colpevoli, escludendoli a vita dai propri impianti».

 

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Interdizione. Come farlo? Attraverso l’utilizzo delle telecamere interne che permettono il riconoscimento facciale: la strumentazione è già presente ma occorre che il Garante della Privacy ne sblocchi l’utilizzo. Così, con uno scanner all’ingresso dei volti di tutti gli spettatori, sarà semplice individuare chi intona cori o abbia atteggiamenti di discriminazione razziale. Per poi essere allontanato per sempre. Occorre però un intervento legislativo che permetta di acquisire i dati con finalità di ordine pubblico. «Così potremo interdire chiunque si macchierà di condotte deprecabili» conferma l’a.d. Lega Luigi De Siervo. Rientra in questa direzione anche il protocollo già siglato con UNAR, Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali. «Vogliamo coinvolgere sempre di più club, allenatori e giocatori, a partire dai vivai» aveva spiegato il presidente di Lega, Lorenzo Casini. Fonte: Gazzetta

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