Gli scontri: gemellaggi incrociati. Eintracht con bergamaschi e ultras napoletani con 2 squadre tedesche

Tedeschi con gli ultrà dell’Atalanta Napoletani con quelli di Dortmund e Monaco 1860

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Le scene di devastazione piovute dalle vie del centro di Napoli, ieri, lasciano un segno sull’impatto emotivo, tanta rabbia e sgomento. Dietro quelle scene, però, ci sono dinamiche note da tanto tempo. I vecchi gestori dell’ordine pubblico, quelli post tessera del tifoso per intenderci, sostenevamo che il loro compito doveva essere quello di prendere in carico le situazioni critiche e gestirle, per non dare segnali di debolezza. Quel che conta, in questo momento, è che il denominatore comune che alimenta la scintilla dei confronti ultrà parte sempre più da fatti che esulano l’evento sportivo in sé e affondano le radici in rapporti compromessi tra gruppi e, sempre più, gemellaggi internazionali. Ecco l’aspetto cruciale, quello che rischia di far ingigantire gli effetti delle dinamiche alimentate dalla parte meno sana del mondo ultrà (perché se ne riconosce anche l’esistenza di una parte sana): una dimensione europea degli atti di violenza.
 
LA RICOSTRUZIONE. E di questo si tratta anche per i fattacci di ieri a Napoli, il secondo atto dopo Francoforte. Piuttosto mirata, circostanziata l’aggressione tedesca, che era iniziata il 21 febbraio, gara di andata, con caccia all’uomo prima della partita in città, pestaggi, aggressioni fuori dallo stadio e pullmini incendiati. Poi va a scartabellare nei rapporti e vedi che gli ultras dell’Eintracht vanno a braccetto con quelli dell’Atalanta e quelli del Napoli strizzano l’occhio ai tedeschi del Borussia Dortmund e del Monaco 1860. Fazioni ovviamente rivali delle connazionali rispettive. Dentro queste dinamiche fa frutti il seme della discordia, della violenza, del confronto che stabilisce leve di forza e gerarchie su cui giocare leadership. Non sono bastati mille uomini a fermare quest’onda violenta tedesca: non sono pochi, rispondono ai contingenti messi in campo quando il rischio è alto. In tutto questo una certezza sembra esserci e bisognerà farci i conti: i livelli della tensione stanno tornando alti. La sensazione che occorra un sistema europeo sempre più integrato e dialogante tra le polizie dell’Unione sul tema ultrà, diventa impellente. Perché magari si fatica un po’ ad ammetterlo, ma non è così oliato.

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Fonte: Cds

 

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