La Napoli “raccontata” lontano dalla città non rende l’idea. E’ vero che son comparse bandiere, qualche torta e qualche caffè in onore degli idoli azzurri, qualcuno ha posizionato sagome, ma non c’è frenesia, non c’è esaltazione, come invece, vuol farsi credere. La città è in attesa e l’atteggiamento dei tifosi presenti allo stadio Maradona venerdì sera lo hanno confermato. Maturi e composti, nessun dramma, nessuna disperazione e nessuna bottiglia stappata già in precedenza. Solo applausi ad una squadra che, per quanto fatto fino a questo momento, ne merita eccome. Scrive la Gazzetta dello Sport.
“Così, a fine partita si sono viste scene inconsuete: Kim disperato sul prato del Maradona, Kvara consolato addirittura dagli avversari e Zielinski che ha esternato anche ai microfoni la rabbia dello spogliatoio per il secondo ko stagionale. Tutti segnali che Spalletti ha interpretato positivamente perché la sconfitta è stata bruciante in quanto il gruppo ha quel sacro fuoco che piace all’allenatore”. Ma il vero cambiamento, sottolinea la rosea, è un altro: “Impossibile del resto finire fuori strada quando ai bordi c’è un pubblico che ti spinge a rimetterti al più presto in carreggiata e a tagliare in fretta il traguardo. Il Maradona al triplice fischio non solo ha applaudito ma soprattutto ha incitato la squadra di Spalletti a non mollare: un invito che gli azzurri hanno raccolto ricambiando ad ampi gesti l’affetto della gente. La certificazione che anche l’ambiente è maturato rispetto al recente passato e che nessuno, fuori e dentro Castelvolturno, si è lasciato scalfire da questo inaspettato stop. Contro l’Atalanta ci sarà nuovamente il pienone e giocare “in 12” renderà più semplice il compito di Di Lorenzo e compagni”.