Sbagliato parlare di ceneri, ma, senza dubbio fu proprio al Castellani, lo scorso anno, in quel pomeriggio che accadde di tutto, che nacque il “nuovo” Napoli, quello di oggi. Una sconfitta subita in rimonta che mise la parola fine al sogno scudetto e portò al nuovo progetto. La Gazzetta dello Sport scrive: “Da quel giorno sembra passata un’era geologica perché oggi problemi di sorta non ce ne sono e della qualità del gioco della squadra azzurra si parla in tutta Europa. Certo è che, in qualche modo, l’attuale capolista è nata proprio ad Empoli quando in pratica “morì” il vecchio Napoli che aveva sognato nella passata stagione ma anche negli anni precedenti di conquistare uno scudetto che poi – per un motivo o per l’altro – era sempre sfuggito. Adesso il tricolore è a portata di mano ed è innegabile che questo è un altro Napoli.
Innanzitutto, sono cambiati alcuni interpreti ed il sistema di gioco e certamente questi aspetti non possono essere definiti marginali. Quel giorno nel 4-2-3-1 impostato da Spalletti erano in campo i vari Insigne, Mertens, Fabian e pure Zanoli prima e Malcuit poi al posto di Di Lorenzo. Gente forte ma anche alternative non esattamente all’altezza dei titolari. Soprattutto, però, quel Napoli ogni tanto sembrava avere in testa i fantasmi del passato mentre ora la freschezza non è solo fisica ma soprattutto mentale”.