«Ammetto che nell’ultimo periodo non mi sto sentendo con Luciano perché siamo due persone scaramantiche e siccome è andata bene fin qui non voglio interrompere la tradizione. D’altra parte il nostro rapporto è bellissimo ed è sempre andato al di fuori del calcio e di tutto». Carmine Esposito aggiunge: «È sempre stato un allenatore nell’anima e lo ha sempre dimostrato. Era strepitoso nel formare il gruppo e nel tenerlo unito. Ricordo che ci riunivamo a casa mia per stare insieme prima delle partite e quando lui arrivata, si presentava sempre con una vaschetta di gelato. Apriva gli allenamenti a mogli e bambini. Li faceva entrare in campo e nel mio caso si metteva spesso a giocare con mia figlia Martina mentre noi calciatori facevamo riscaldamento». Insomma, un vulcano di idee. «Il giorno prima di una gara decisiva dei playoff per andare in serie B mi portò al luna park. Proprio a me che avevo lo stomaco delicato. E infatti durante una giostra al buio mi sono sentito male facendo una nottata in bianco. Il giorno dopo, però, ero rinato e in campo vincemmo 1-0 con il mio gol» I riti pre-partita non mancavano nemmeno a quei tempi. «Avevamo un solo rito: prima di una partita passavamo a salutare la mia famiglia sotto casa. Perché una volta era capitato ed avevamo vinto e da quel momento era diventato un appuntamento fisso». Poi, ovviamente il campo. «A quei tempi ero molto indisciplinato e facevo solo quello che mi passava per la testa, quello facevo. Lui, però, mi ha trasformato come calciatore». E adesso può coronare il sogno scudetto a Napoli. «Sarebbe il giusto premio per una carriera eccezionale in giro per l’Italia e per il mondo. Sono felice di vederlo così sorridente nella mia città. Mi auguro che dopo la vittoria dello scudetto gli faranno una statua a piazza Plebiscito».
Era la metà degli anni 90. In campo ad Empoli c’era Carmine Esposito ed in panchina Luciano Spalletti. Il primo vive a Bologna, ma «vedere Luciano con quell’entusiasmo portare la mia gente a un passo dallo scudetto è davvero qualcosa di straordinario».
Fonte: Il Mattino