Facile pronosticare che la perdita dell’anno scorso (52 milioni) sarà recuperata nel 22-23, grazie ai diritti televisivi Champions (e relativi incassi) ed una riduzione del costo della rosa che dovrebbe ammontare a una cinquantina di milioni, grazie alle uscite eccellenti (Insigne, Mertens, Koulibaly, Fabian Ruiz) rimpiazzate da giocatori meno costosi.
Un limite serio sta invece nel risibile contributo che il Napoli riceve dal Maradona: 12 milioni di ricavi da gara sono un livello quasi da provinciale che la gestione tecnica del club non merita. Nel 22-23 il miglioramento è scontato e il pareggio del bilancio ampiamente a portata di mano.
Sempre che il club non decida di monetizzare alcuni pezzi le cui valutazioni sono schizzate grazie a una stagione, fin qui, esaltante. Per Osimehn si parla di 120 milioni materializzabili a giugno: per il Napoli sarebbe un risultato economico importante. La gestione De Laurentiis ha sempre fatto uso accorto del player trading, in entrata ma spesso in uscita cedendo campioni come Higuain, Cavani, Lavezzi, Allan, Koulibaly all’apice dei rispettivi valori di mercato, senza troppo risentirne sul piano tecnico. Un modello di gestione che consentirà certamente al Napoli di restare ai vertici per molto tempo.
Fonte: CdS