Una notte che sa di Napoli, in uno show che è football 3.0. Il Napoli sceglie d’evitare calcoli, di dare a Glasner l’illusione di specchiarsi nelle sue mosse, ma è un momento, un frame, un attimo per studiare, prima che Anguissa si allarghi e Lobotka si liberi dalle catene. Al 15′, il Napoli comincia a giocare come sa. Spalletti rispetta i patti, si prende la partita, va scientificamente su Lozano, gli concede facoltà di attaccare lo spazio e il messicano diventa un incubo per Max e per N’Dicka, e quando “el chucki” parte, l’Eintracht va in analisi: prima ringrazia i santi protettori per il palo, poi, con Buta, demolisce Osimhen e manda Kvara sul dischetto. Trapp fa il miracolo e dopo Osimhen, Zielinski e Politano, pure Kvara s’aggiunge all’elenco degli uomini fallibili. Ma si ritorna alla normalità e di nuovo con Lozano: cinquanta metri di strappi, poi cadeau per il tap in del «socio in affari» che vale lo 0-1; che sarebbe 0-2 se, dopo una settantina di secondi, l’ingolosito nigeriano non si lanciasse oltre il fuorigioco sull’ennesimo strappo in salsa sudamericana. E poi, quell’incantevole secondo tempo. Il ritmo e l’autorevolezza di Lobotka, l’eleganza accattivante di Anguissa, la sfacciataggine di Di Lorenzo. E’ una partita che sa d’esibizione, con Trapp che come un trapezista rischia di crollare su Lozano e poi deve superarsi per domare Kvara arrivatogli addosso. L’Eintracht perde Kolo Muani per un fallo scomposto e pericoloso su Anguissa e poi s’arrende dinnanzi ad uno show che da sinistra a destra coinvolge tutti – Kvara, Lobotka, la delicata scucchiaiata di Anguissa e viene esaltata dalla rasoiata alla giugulare di un Di Lorenzo versione bomber per lo 0-2 che sa persino di poco e che è tanto. E’ un manifesto sul futuro: Napoli, Italia, Europa.
Fonte: A, Giordano, CdS