Il Mattino vota la Grande Bellezza azzurra da Oscar
Il Mattino, visto che è divenuta internazionale, la definisce “The Great Beauty”, perché quando giochi in Champions è questo che diventa la Grande Bellezza. E merita l’ Oscar. Il Napoli di Francoforte si conferma anche in Europa. I voti ed i giudizi del quotidiano partenopeo:
6 Meret
Probabilmente nemmeno lui si sarebbe aspettato una serata di totale tranquillità. Merito di una squadra che davanti a lui gira a memoria e lo scherma alla perfezione. In qualche occasione viene chiamato in causa, ma quelle conclusioni non si possono nemmeno considerare pericoli.
7,5 Di Lorenzo
La Champions gli piace. E dopo quello contro l’Ajax segna anche contro l’Eintracht. Stavolta deve ringraziare la genialata di Kvara che con un colpo di tacco senza nemmeno vedere gli sussurra «spingila dentro». Il capitano è prezioso anche nelle uscite veloci da dietro e nella gestione dei momenti di pressione iniziali.
7 Rrahmani
Non è che dalle sue parti si viva una serata da incubo, ma nell’inizio sprint dell’Eintracht ci vuole anche la sua qualità per tenere lontano i pericoli. L’impressione è che riesca a capire le giocate degli avversari con un nanosecondo di anticipo, quel tanto che basta per rubargli il tempo.
7 Kim Min-Jae
Per quanto gioca bene fa venire quasi rabbia quel giallo rimediato nel primo tempo quando si vede sgusciare Kolo Muani sotto al naso. È un peccato perché poi per il resto della partita non sbaglia niente, ringhia su ogni pallone ed è pulitissimo nelle entrate. L’intesa con Rrahmani oramai non fa nemmeno più notizia.
6 Olivera
La mossa di Luciano per aggiungere centimetri e chili al suo Napoli. Si limita allo stretto indispensabile per arginare le prime sfuriate tedesche. Si scambia con Kvara sulla corsia mancina e cerca di proporsi anche in avanti per aiutare la manovra offensiva degli azzurri.
8 Anguissa
È lui il Manny Tuttofare di questo Napoli spettacolare. Perché da uno con quella stazza ti aspetti la legna a centrocampo e i muscoli nei duelli, e lui li mette. Ma poi aggiunge il pacchetto «eleganza» in omaggio con dribbling, verticalizzazioni e passaggi illuminanti per i compagni meglio piazzati.
7,5 Lobotka
Il pallone che consegna nei piedi di Lozano nell’azione che porta al vantaggio è una cosa da stanza dello spirito e del tempo: recupero, dribbling e visione. Un mix di azioni che sarebbero complicate da fare in contesti normali, figuriamogli in una gara di ottavi di Champions. Ah, per il resto non sbaglia un passaggio.
6,5 Zielinski
La sua normalità, in un Napoli paranormale, finisce quasi per farlo passare in sordina rispetto ai compagni. Eppure stavolta ci mette anche sostanza, quella che solitamente gli manca, ma che evidentemente nelle notti di Champions riesce a tirare fuori con estrema naturalezza.
8 Lozano
L’aria tedesca gli mette il turbo. Dopo il suo passaggio, su quella fascia dovranno probabilmente rizollare tutto. Corre come un ossesso e gli avversari se lo vedono passare da tutte le parti. In tutte le azioni che pesano c’è il suo tocco. Centra un palo, serve un assist per un gol buono e un altro per uno in fuorigioco.
8 Osimhen
Un gol e mezzo. Perché a referto c’è solo quello del 40’, ma la sua gamba è decisiva sia sul rigore poi sbagliato da Kvara che sulla rete annullata per fuorigioco. Lì davanti basta lui per tenere in apprensione tutta la linea difensiva tedesca. Per un bel po’ di tempo infesterà gli incubi notturni di Buta e Tuta
7 Kvaratskhelia
Non tutte le ciambelle escono col buco e allora anche a lui può capitare di sbagliare un calcio di rigore. Ma gli amici si vedono nel momento del bisogno e ci pensa il suo fratello del gol Osimhen facendo dimenticare l’errore di Khvicha dal dischetto. Ma Kvara è Kvara e con l’assist per Di Lorenzo lo stampa in faccia al mondo.
Elmas Ndombele Simeone Politano sv
7,5 Spalletti
È il pilota perfetto di un’auto perfetta che viaggia alla velocità della luce. Allenatore senza macchia e senza paura, la squadra gioca un calcio che raramente si è visto in giro, o almeno raramente negli ultimi tempi. Ritmi sempre altissimi e ricerca costante della profondità, senza mai dimenticare la qualità. I singoli esaltano il gruppo, ma lui è bravissimo a farli coesistere alla perfezione.
Fonte: Il Mattino